Uccisa dal marito a Palagonia, la parte offesa: danni segui
"Questa volta la magistratura ha condannato se stessa. E' un fatto storico, importante, un esempio per tutti gli organi pubblici". Ne e' convinto l'avvocato Alfredo Galasso, che ha seguito la vicenda di Marianna, uccisa a Palagonia, in provincia di Catania, dieci anni fa dal marito a coltellate, dopo una dozzina di denunce della donna in un anno e mezzo. Adesso l'uomo, per quel delitto commesso il 3 ottobre 2007, sta scontando una condanna a 20 anni di carcere. Il Tribunale civile di Messina, su istanza del parente della vittima che si e' fatto carico dei tre figli minori della donna, ha condannato la Presidenza del Consiglio dei ministri a pagare un risarcimento per la "negligenza inescusabile" della Procura di Caltagirone, per la grave "inerzia dello Stato"; 259.000 euro (piu' ulteriori somme) per il danno patrimoniale patito. Allora la legge di responsabilita' civile dei magistrati non prevedeva il danno morale, "altrimenti - aggiunge Galasso - l'importo sarebbe stato piu' elevato e quello riconosciuto appare esiguo; per questo ricorreremo in appello". Questa sentenza, conclude il legale, "ammonisce sul fatto che le denunce delle donne devono essere ascoltate e prese sul serio, soprattutto dai magistrati che devono fare di tutto per evitare il verificarsi di fatti gravi. Non sono ammesse superficialita' e leggerezze".