Stato-mafia, Pm di Palermo: "Riina è lucido"
Nuova udienza del processo sulla trattativa Stato-mafia. Collegato in videoconferenza da Parma Toto' Riina, adagiato su una lettiga, oltre che Leoluca Bagarella da Sassari e Giovanni Brusca dal sito riservato. Anche oggi è assente il generale Mario Mori, indagato nel procedimento, ieri assolto in via definitiva dalla Cassazione, insieme al colonnello Mauro Obinu, dall'accusa di favoreggiamento aggravato dall'agevolazione di Cosa nostra, in relazione alla mancata cattura del boss, Bernardo Provenzano, a Mezzojuso nell'ottobre 1995. Tra i Pm del processo e' presente Nino Di Matteo che la prossima settimana si insediera' alla Direzione nazionale antimafia.
Al processo la pubblica accusa, i Pm Vittorio Teresi e Nino Di Matteo, ha annunciato il deposito di una nuova attivita' integrativa di indagine: una corposa attivita' di intercettazione (due ore di intercettazioni al giorno) nel carcere di Ascoli Piceno nei confronti del boss di Brancaccio Giuseppe Graviano. L'attività di intercettazione è iniziata a febbraio 2016 ed è proseguita fino ad aprile 2017. Migliaia le pagine, con molti omissis: i pm hanno chiesto alla corte la perizia di trascrizione di una trentina di conversazioni tra Giuseppe Graviano e Umberto Adinolfi. I pm - all'esito della perizia - chiedono alla corte d'assise di potere sentire anche Giuseppe Graviano.
Nel corso dell'udienza, il Pm Nino Di Matteo, stamane ha anche chiesto di procedere a dei confronti tra Cirino Pomicino e, rispettivamente, l'ex ministro Vincenzo Scotti e l'ex presidente del Consiglio Giuliano Amato, "in relazione, in particolare, alle vicende e alle discussioni intervenute sulla formazione del governo che si insedio' il 28 giugno, quello in cui Mancino ricopriva la carica di ministro dell'Interno". Richiesta anche l'audizione del collaboratore di giustizia Ciro Vara, "la cui attendibilita' e' stata piu' volte acclarata", rappresentante della cosca Vallelunga Pratameno, "cui apparteneva Luigi Ilardo, parente dello stesso pentito". Vara "era un soggetto centrale in quel periodo, soprattutto tra il '94 e il '96", e per il Pm potrebbe dare indicazioni utili "in riferimento ai rapporti con Bernardo Provenzano a Mezzojuso, nonche' sulla strategia stragista del '92 e '93 e sui rapporti intrattenuti da Cosa nostra in quel periodo con personaggi della politica, riguardo anche a quello che veniva indicato - ha proseguito Di Matteo - come il palermitano nell'entourage di Berlusconi in funzione di accordi e promesse fatte".
Il pm Di Matteo ha pure detto: "Riina è perfettamente lucido e orientato nel contesto. Abbiamo depositato in segreteria la relazione di servizio di un agente penitenziario su alcune esternazioni in carcere del boss. In concomitanza dell'udienza del 30 marzo scorso del processo sulla trattativa Stato-mafia Riina ha parlato dei rapporti tra Ciancimino e Licio Gelli, dei suoi rapporti con Provenzano e della morte dell'ex vice del Dap Francesco Di Maggio".
Nel frattempo il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Santi Consolo, è a Palermo per la visita al Giardino della memoria di Ciaculli: "In collaborazione con il ministero della Giustizia, ho fatto immediatamente delle verifiche e posso dire che il detenuto Salvatore Riina, in quanto persona, viene attenzionato in tutte le cure e gli viene assicurato il rispetto del diritto alla salute".
"Vi sono - ha aggiungo Consolo - dei centri ospedalieri di eccellenza e vi sono dei centri di assistenza all'interno dell'istituto e all'interno della sua stanza, dove dovesse ritornare, e' gia' stato assicurato un lettino che consente tutte le posizioni per garantire un'assistenza medica completa".