Cova di Viggiano, l'Eni ferma l'impianto
L'Eni ha deciso "la chiusura temporanea" del centro oli Val d'Agri (Cova) di Viggiano (Potenza) e ha avviato le "procedure di fermo dell'impianto". La decisione, "presa per rispetto delle posizioni espresse dal territorio, dal presidente della Regione dalla giunta regionale", è la conseguenza della delibera della giunta regionale della Basilicata, adottata la sera della vigilia di Pasqua. La compagnia petrolifera ha ribadito "di aver adempiuto a tutte le prescrizioni imposte dagli enti competenti che sono sempre stati tenuti informati sulle attività di intervento e di monitoraggio ambientale in corso".
Il centro oli di Viggiano dell'Eni è in grado di trattare ogni giorno oltre 70 mila barili di petrolio estratti dai giacimenti della Val d'Agri. L'Eni ha spiegato che "durante la chiusura proseguirà con le verifiche necessarie a rassicurare gli stakeholder sulla correttezza ed efficacia del proprio operato, l'integrità dell'impianto e la presenza di tutte le condizioni di sicurezza per lo svolgimento delle attività di esercizio".
Il riferimento della compagnia petrolifera è all'inquinamento rilevato nelle scorse settimane, fuori dall'area del centro oli, durante analisi effettuate dall'Arpab. È emersa la presenza di ferro, manganese e idrocarburi policiclici insaturi: valutata la situazione, la giunta regionale della Basilicata sabato scorso ha deciso di chiudere l'impianto, che era già stato fermato per cinque mesi nel 2016, in conseguenza di un'inchiesta della Procura della Repubblica di Potenza.