Messina, incentivi al Cas: dodici dipendenti sospesi dal gip
Personale della Direzione investigativa antimafia di Messina e del Centro operativo Dia di Catania ha eseguito misure cautelari, che prevedono la sospensione dalla professione, nei confronti di dodici tra dirigenti e dipendenti del Consorzio per le autostrade siciliane (Cas). Nell'inchiesta ci sono una cinquantina di indagati.
C'è anche un sindaco di un Comune della fascia tirrenica del Messinese tra i 12 dipendenti coinvolti. Il provvedimento riguarda la professione e non il suo ruolo di amministratore pubblico, estraneo all'inchiesta. Al centro delle indagini ci sarebbe la percentuale di circa il 2% che spetta per legge a chi segue appalti pubblici, pagata alla fine dei lavori. Secondo l'accusa molti progetti per cui sarebbero stati incassati i soldi non sarebbero stati conclusi o, addirittura, neppure esistiti. Il danno per il consorzio in due anni è stato stimato in oltre un milione di euro, e la Dia, in esecuzione del provvedimento del Gip, sta eseguendo, oltre a perquisizioni domiciliari e negli uffici, anche un sequestro beni equivalente per lo stesso importo. I dipendenti coinvolti nell'inchiesta sono complessivamente 57, indagati dalla Procura di Messina, per 12 di loro è stato emesso il provvedimento di sospensione.
I reati ipotizzati dal Gip, che ha emesso l'ordinanza su richiesta della Procura, sono, a vario titolo, falso, abuso d'ufficio e truffa. Le indagini della Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, durate circa due anni, hanno fatto luce sulla gestione amministrativa del Cas.
"E' il frutto di un'indagine molto complessa durata due anni sull'amministrazione interna del Consorzio per le autostrade siciliane, coordinata dal procuratore aggiunto di Messina, Sebastiano Ardita". ha spiegato il capocentro Dia di Catania, Renato Panvino. "L'operazione - ha aggiunto - è ancora in corso in diverse città siciliane, con perquisizioni domiciliari e negli uffici. E' la prosecuzione dell'operazione già condotta nel 2015 nei confronti di imprenditori e funzionari del Consorzio per le autostrade siciliane che ha fatto luce sull'affidamento degli appalti a ditte compiacenti con modalità di corruzione".
Le indagini hanno fatto emergere come gli incentivi progettuali siano stati appannaggio di un circoscritto gruppo di dipendenti, a prescindere dall'effettivo contributo dato nell'ambito di ogni gruppo di lavoro. Una truffa milionaria che ha consentito di lucrare 'premi' in busta paga fino a 140.000 euro l'anno. E di volta in volta venivano inseriti, in un numero minore di incentivi, altri dipendenti ai quali veniva fatta riconoscere una quota parte di incentivo progettuale al di la' delle prestazioni rese effettivamente. Tra i dirigenti coinvolti Anna Sidoti sindaco di Montagnareale, ma non per la sua attivita' di primo cittadino: e' stata sospesa dalle funzioni per sei mesi, insieme ad Antonio Lanteri, Stefano Magnisi, Angelo Puccia, Gaspare Sceusa, Alfonso Schepisi. Con lo stesso provvedimento il Gip Tiziana Leanza ha disposto il sequestro preventivo per equivalente per 1.000.000 di euro anche per Carmelo Cigno, Letterio Frisone, Carmelo Indaimo, Antonino Spitaleri, Antonino Liddino e Corrado Magro. L'indagine e' una prosecuzione dell'operazione "Tekno" e riguarda gli incentivi da assegnare alle diverse figure professionali. I fatti si riferiscono al 2013 ed i reati contestati sono di peculato e falso in atto pubblico. L'indagine riguarda compessivamente 57 indagati.
Si e' scoperto come in alcuni decreti mancavano alcuni atti ma in altri casi non c'era il decreto che giustificava la somma di denaro. "L'indagine - ha affermato il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita - ha come oggetto una serie di appalti finiti al centro di attenzione investigativa. Nell'ambito di queste attivita' sono state fatte intercettazioni dalle quali e' emersa la vicenda degli incentivi; gli interlocutori parlavano di quello che era l'andazzo. Da qui parte l'indagine per individuare ruoli e progetti".