Migranti, tribunale di Tripoli blocca intesa fra Libia e Italia
La Corte di Appello di Tripoli ha bloccato l'intesa raggiunta tra Italia e Libia il 2 febbraio sui migranti firmata a Roma dal premier, Fayez al Serraj, ed il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. E' quanto riferisce il sito del quotidiano Libya Herald sottolineando che non e' chiaro al momento quale impatto avra' questa sentenza sull'impegno dell'Ue ad aiutare la Libia ad affrontare il dossier migranti. Il ricorso e' solo l'ultima puntata in ordine di tempio della guerra a distanza tra Serraj, sostenuto dall'Onu, ed il generale Khalifa Haftar, l'uomo forte della Cirenaica, appoggiato da Egitto, Russia e Francia, tra gli altri, e che non riconosce l'autorita' del premier libico. L'istanza e' stata presentato da sei politici locali incluso l'ex ministro della Giustizia, Salah Al-Marghani, che hanno messo in discussione non solo il contenuto del cosiddetto 'memorandum of understanding', che prevede, tra l'altro, il reimpatrio dei migranti intercettati nel Mediterraneo in campi in Libia, ma la stessa titolarita' del premier del governo di unita' nazionale (Gna) a firmare un accordo di questo tipo. Questo perche', dal punto di vista formale, fino a quando il governo di Serray non sara' stato riconosciuto dal Parlamento di Tobruk (dove comanda Haftar), non avrebbe alcuna legittimita'. I giudici hanno quindi sospeso ogni ulteriore negoziato sulla base dell'intesa sottoscritta il 2 febbraio scorso. Intesa grazie alla quale l'Ue aveva stanziato 215 milioni di dollari per rafforzare la guardia costiera libica e migliorare le condizione dei campi dei migranti nel Paese.