Palermo, serata Donizetti per i 400 anni del Conservatorio
Una magnifica serata borbonica ha inaugurato ieri sera, al Teatro Massimo di Palermo, la stagione concertistica delle celebrazioni dei 400 anni dalla fondazione del Conservatorio di musica "Bellini". A fine anno si chiamerà Conservatorio "Scarlatti", come è stato annunciato, ma ieri sera il pubblico è stato condotto per mano al 1825, anno in cui Gaetano Donizetti era a Palermo come Maestro di cappella del Teatro Carolino. E in quel periodo scrisse due bellissime cantate encomiastiche, la prima per il marchese Ugo delle Favare, luogotenente del re, e la seconda proprio per il compleanno di Francesco I, re delle due Sicilie.
Poi Donizetti lasciò Palermo e fu proprio Ugo delle Favare, avveduto e colto a destinare i manoscritti autografi alla biblioteca del Conservatorio, così come salvò l'Annunziata di Antonello da Messina, portandola da una sacrestia al museo Abatellis. Solo nel 2012 Dario Lo Cicero, responsabile della biblioteca, li ritrova e ieri sera sono stati eseguiti con enorme successo e con qualche commozione. In sala anche alcuni degli eredi del lungimirante marchese delle Favare, Signoretta Alliata e Daniela e Vincenzo Camerata, insieme al premio Nobel per la Letteratura, il nigeriano Wole Soyinka. Telegramma di saluto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e l'annuncio del direttore Daniele Ficola e del presidente, Gandolfo Librizzi, che il Conservatorio è pronto per aprirsi sempre più alla città, agli ospedali, alle carceri e persino a Lampedusa, dove coloro che sbarcano saranno accolti dalle coperte, ma anche dalla musica. Il concerto si è aperto con l'ouverture della Norma di Bellini, e di seguito le due cantate, una sorta di inno borbonico, tanto quanto un inno alla Sicilia e alla sua grandezza, uno squarcio di storia allietato da un'armonia nostalgica e struggente. Successo per i cantanti, Chiara Amarù, Giulio Pelligra e Ugo Guagliardo, accompagnati dal coro del "Bellini".
Applausi convintissimi per tutti e soprattutto per l'orchestra del Conservatorio che meriterebbe ben altra visibilità, in questo caso ben diretta diretta da Loris Capister. Delizioso l'intermezzo dell'orchestra di fiati Bellini che è entrata a sorpresa con un brano di Monteverdi. Per finire il concerto per archi che Eliodoro Sollima, altro maestro del Conservatorio, dedicò nel 1968 alla morte di Bob Kennedy, un brano struggente e di grande impatto emotivo.