Anffas Modica: anche nel sociale c'è mancanza di meritocrazia
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO.
Da oltre dieci anni l'Anffas onlus di Modica quotidianamente ospita circa quindici ragazzi, provenienti non solo da Modica ma anche da altri comuni del distretto quali Scicli e Pozzallo.
Con alterne fortune e nonostante la “latitanza” degli enti pubblici (che ci hanno quasi sempre ignorato e raramente sostenuto, salvo rare eccezioni) siamo riusciti a fare crescere una realtà che, a prescindere dall'altrui riconoscimento, noi riteniamo valida e che svolge, di fatto, un servizio pubblico per tante famiglie altrimenti abbandonate a sé stesse.
Sperando nella pazienza di chi legge, andiamo quindi ad illustrare quello che, con impegno quotidiano e solo grazie alle famiglie che ci hanno dato fiducia, siamo riusciti a realizzare.
Le attività sono organizzate in laboratori settimanali, ciascuno dei quali prevede anche il trasporto da e per il centro ed è dedicato ad una specifica attività: il laboratorio cognitivo (per mantenere e se possibile ampliare quelle che sono state le acquisizioni scolastiche, dato che i ragazzi del nostro centro hanno quasi tutti ultimato il percorso di studi, e per svilupparne l’autodeterminazione e la cittadinanza attiva), laboratorio di cucina (per accrescerne le capacità “pratiche”), laboratorio d'arte (in cui i ragazzi stessi realizzano piccoli manufatti per lo più destinati alla vendita), laboratorio di escursioni (per ampliare il loro bagaglio di esperienze ed insegnare loro il comportamento più adeguato nei diversi contesti), laboratorio teatrale (che permette ai ragazzi di esprimersi attraverso la recitazione, la musica e l'espressività del corpo).
Oltre a queste attività pomeridiane i ragazzi sono impegnati anche la mattina e talvolta la sera in una “palestra di autonomie” (per insegnare loro come destreggiarsi nelle varie incombenze domestiche e della vita quotidiana) e con tirocini lavorativi, realizzati grazie a belle sinergie che si sono create con le aziende del territorio.
Il naturale prosieguo di questo percorso di crescita, se riusciremo a trovare le risorse necessarie, sarà quello di avviare i nostri ragazzi alla residenzialità vera e propria, con una casa da condividere e con tutte le capacità e gli obblighi che derivano dal vivere con persone diverse dalle famiglie d’origine.
Ci preme sottolineare anche che il “filo rosso” che lega attività così diverse è la voglia di rendere i nostri ragazzi veramente sempre più indipendenti ed autonomi, sempre ispirandoci alla Convenzione Onu dei diritti delle persone con disabilità (che, quantomeno in teoria, dovrebbe essere ben nota ai comuni del nostro distretto).
Inoltre, offriamo anche servizi C.a.f e di segretariato sociale (sportello S.A.I) non solo ai nostri soci ma all'intera cittadinanza ed abbiamo da poco attivato il progetto “Mowgli”, che prevede trattamenti domiciliari e quotidiani rivolti ai più piccoli con disabilità.
Perché quest'accanita difesa del nostro operato? Non certo per farci pubblicità, quanto piuttosto perché, visto che ormai abbiamo anche noi un po' di esperienza alle spalle, ci sembra quantomeno insolito che, in barba alla meritocrazia, si preferisca affidarsi ad altri soggetti e non a realtà consolidate, che hanno sempre manifestato anche la volontà di essere interlocutori competenti sulle grandi tematiche legate al mondo della disabilità sia di fronte agli enti pubblici che alle altre realtà del privato sociale.
Ecco perché fa ancora più strano sentirsi dire dal mondo politico che determinate realtà “non hanno prodotto benefici significativi per la collettività” (a fronte di numeri e fatti che dicono il contrario) e vedere che si preferisce affidarsi a chi, in realtà, di disabilità sa ben poco.