Clochard colpito alla testa a Milano, preso l'aggressore
Individuato l'aggressore del clochard colpito alla testa ieri a Milano, nei pressi della stazione Centrale all'angolo con via Vitruvio. I poliziotti della squadra mobile e del commissariato Garibaldi-Venezia hanno fermato - con l'accusa di tentato omicidio - un senza fissa dimora di 31 anni di origine slava. I dettagli in una conferenza stampa alle 11 presso la questura di Milano.
E' un senza fissa dimora serbo di 31 anni, W. R., il responsabile dell'aggressione ai danni di un altro clochard avvenuta ieri mattina alle 6.30 nel piazzale antistante la stazione di Milano. La vittima, spagnolo di 60 anni, R.L.I., si trova ancora in prognosi riservata all'ospedale San Raffaele, ma da' segni di miglioramento: ha subito un grave trauma cranico dopo il colpo inferto con una mazza a uncino, di quelle usate per forzare le saracinesche, che gli ha danneggiato la parte orbitale, compromettendo anche un occhio; ha perso moltissimo sangue. Ancora sconosciuti i motivi del gesto: "L'aggressione e' stata fulminea, perche' l'edicolante dal quale la vittima comprava tutte le mattine il giornale nella sua lingua, non ha riferito di averli visti arrivare in due, poi si e' girato a prendere la merce ed ha appena fatto in tempo a notare il giubbotto rosso dell'aggressore" ha detto questa mattina in conferenza stampa Massimo Cataldi, dirigente del commissariato Garibaldi-Venezia, che in collaborazione con la sezione Reati contro la persona della squadra Mobile ha risolto il caso in meno di due ore. Forse un gesto premeditato: entrambi sono conosciuti dalla polizia per precedenti di vario tipo e la vittima aveva in tasca decine di carte di identita' e carte di credito rubate o trovate, su cui gli investigatori stanno facendo accertamenti. Fondamentale per il fermo il ritrovamento dell'arma con la collaborazione del serbo ritenuto responsabile: e' stato lui stesso a condurre i poliziotti fino a via Bronzino, zona Citta' Studi, dove l'aveva nascosta sotto delle foglie; poi pero' l'uomo non ha piu' dato elementi per capire il perche' del suo gesto. Si esclude la rapina dal momento che entrambi avevano in tasca dei soldi, e la stessa vittima non era totalmente indigente, ma forse una persona che aveva scelto la vita di strada: viveva infatti in un giaciglio che si era creato vicino alla piscina Cozzi, in viale Tunisia.