Hacker rubano scatti privati della giornalista catanese Diletta Leotta
I suoi scatti senza veli, alcuni evidenti 'fotomontaggi' e un paio di suoi filmati 'hard', sarebbero stati rubati dagli hacker e diffusi su Internet senza il suo consenso per poi diventare in un baleno virali. Lo ipotizza la Procura di Milano che ha aperto un 'indagine sulla vicenda nella quale è rimasta vittima, nel settembre scorso, la giornalista televisiva catanese e noto volto di Sky Sport Diletta Leotta. L'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto facente funzioni di Milano Alberto Nobili, è al momento a carico di ignoti ed è iscritta per accesso abusivo a sistema informatico, un reato punito con pene fino a tre anni di reclusione. Al centro del caso, alcuni video sexy e una decina di scatti che ritraevano la presentatrice televisiva nuda e che lei conservava nel 'cloud', la memoria virtuale del suo telefonino. Memoria violata dagli hacker con un attacco informatico realizzato con l'obiettivo di 'rubare' e diffondere in rete i contenuti privati della giornalista. In un solo giorno, le foto e i video privati della 26enne sono rimbalzati da un telefonino all'altro e scaricati migliaia di volte. Un 'attacco' a cui la Leotta ha risposto con un esposto presentato alla polizia postale e che ha portato nelle scorse settimane all'apertura dell'indagine. "La denuncia alla Polizia di Stato è la prima cosa da fare", aveva commentato la conduttrice catanese, con un nota del suo ufficio stampa scritta a poche ore della diffusione delle foto, in cui si denunciava la "gravissima violazione della privacy" subita. Con un "pensiero rivolto a ragazze più giovani, magari meno solide", la giornalista sportiva aveva osservato che "chiunque distribuisce con leggerezza una foto privata magari di un amico, di una fidanzata o di una ex senza chiedere il suo consenso commette un reato. Questo è ciò che tutti i ragazzi devono avere bene in mente - aveva concluso - perché una condivisione su WhatsApp o sui social, che non hanno sistemi di controllo dei materiali che transitano su di loro, diventa incontrollabile e senza possibilità di ritorno". Il caso, con l'hashtag #Leotta diventato in poche ore il primo nella classifica degli argomenti di maggiore tendenza sui social network, aveva comunque scatenato in rete centinaia di commenti, battute goliardiche e considerazioni più serie su temi come il rispetto della privacy e l'uso consapevole di internet, con un dibattito che in qualche caso richiamava il drammatico caso di Tiziana Cantone, la giovane donna napoletana morta suicida solo pochi giorni prima per i suoi video hard diventati purtroppo in poco tempo virali.