Formazione, Cnos dei Salesiani chiude a Ragusa e Catania: a casa 134 lavoratori
In subbuglio i centri di formazione professionale "Cnos" dei Salesiani in Sicilia per il taglio del 56% dei propri posti di lavoro deciso dalla direzione regionale insieme con la riduzione dei corsi e dell'offerta formativa, a causa della complessa crisi che ha investito il settore. Scaduto il periodo di preavviso, 134 dipendenti, tra dirigenti e insegnanti, su 241 in organico, sono stati raggiunti da lettere di licenziamento. Vani i tentativi di conciliazione portati avanti dalle organizzazioni sindacali, che sollecitavano, quantomeno, il ricorso alla cassa integrazione in deroga in attesa di un possibile tentativo di creare una Associazione Temporanea di Scopo con altre aziende del settore. La direzione regionale dei Cnos, che denuncia una passività di 37,8 milioni di euro (20 dei quali dovuti ai crediti che la Regione non paga) ha deciso altresì di chiudere due suoi centri professionali a Catania e uno a Ragusa, lasciando in attività ma a regime ridotto, le sedi operative di Gela, Palermo e dell'unico che rimarrebbe attivo a Catania-Barriera. Sul piano occupazionale, il metodo di scelta degli esuberi (meno anzianità di mestiere e più basso carico familiare) penalizzerebbe Gela che perderebbe così 32 dipendenti su 50 in organico, con un taglio secco del 64% di posti di lavoro. Perciò i dipendenti hanno deciso di ricorrere alla magistratura del lavoro per ottenere il loro reintegro. L'irritazione dei licenziati è aumentata quando hanno saputo che personale docente di altre sedi sarà trasferito a Gela per sostituire i presunti esuberi.