"Doppia sponda", 19 arresti a Messina per armi e droga
Vasta operazione dei carabinieri di Messina tra le province di Catania e Messina. Colpite 19 persone destinatarie di un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip su richiesta della Dda della citta' dello stretto (13 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 2 all'obbligo di firma), per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi da fuoco e altro. L'inchiesta, denominata "Doppia sponda" e condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Messina, ha permesso di fare luce due gruppi criminali attivi nel territorio del capoluogo peloritano, che gestivano un vasto traffico di droga anche grazie agli stretti collegamenti con esponenti di vertice di gruppi mafiosi catanesi. Il capo dell'organizzazione continuava a dare ordini dal carcere. Definiti gli assetti interni del gruppo e le responsabilita' in ordine all'approvvigionamento e alla commercializzazione di ingenti partite di cocaina e marijuana, destinate alle principali piazze di spaccio.
Gli arrestati stamani dai carabinieri con l'accusa di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi da fuoco e altro sono Antonio Barbuscia, 28 anni, Rocco Valente, 54, Santino Calabro', 44, Francesco Crupi, 24, Marco D'Angelo, 28, Maurizio Calabrò, 37, Salvatore Di Mento, 37, Filippo Iannelli, 33, Gianluca Miceli, 22, Domenico Giovanni Neroni, 29, Antonino Pandolfino, 23, Paolo Pantò, 33, Massimo Laddea Raffa, 23, Sebastiano Sardo, 30, Giuseppe Valenti, 30 anni, Rocco Lanfranchi, 27, e Salvatore Micali, 20 anni. I primi 4 sono ai domiciliari, gli altri 11 in carcere e gli ultimi due hanno obbligo di firma alla pg. Due persone sono al momento irreperibili. L'indagine sviluppata sin dal marzo del 2013 ha scoperto due gruppi criminali attivi a Messina con collegamenti con i clan catanesi e calabresi. Il primo gruppo era capeggiato da Maurizio Calabro', il secondo da Marco D'angelo. Dopo l'arresto di Calabrò, il gruppo era gestito da Valenti. Erano anche attivi nei furti e avevano inoltre la disponibilità di armi. Durante le indagini, sequestrato un fucile cal. 12, occultato in un bar di Via La Farina, con il quale alcuni degli indagati avevano intenzione di commettere reati contro il patrimonio.