Palermo, un vitalizio è per sempre: 18 mln agli ex deputati
Un milione e mezzo di euro al mese, 18 milioni l'anno per i vitalizi e le pensioni erogate agli ex deputati regionali o ai loro eredi. E' il conto pagato dall'Assemblea regionale siciliana secondo i dati aggiornati al 31 dicembre. Anche se le regole ora sono piu' stringenti e razionali, 'mamma Ars' non si dimentica di nessuno e alcuni nomi rimandano alle origini della Sicilia autonomista. Cosi', a esempio, a incassare l'assegno e' anche la figlia del primo presidente della Regione, Giuseppe Alessi, eletto il 30 maggio 1947, padre dell'Isola 'specialissima'. Nel dettaglio, la spesa mensile e' di 801.407 euro per gli assegni vitalizi diretti a 163 ex deputati; sono 127 gli assegni di riversibilita' per una spesa, ogni mese, di 572.830 euro; 17 le pensioni erogate con il sistema 'pro-rata', pari a 98.384 euro mensili; e 3 le pensioni di reversibilita' 'pro-rata' per una spesa complessiva mensile di 9.788 euro. L'istituto dell'assegno vitalizio a favore degli ex deputati dell'Ars e' stato abolito a decorrere dal primo gennaio 2012, fermi restando gli assegni erogati ai beneficiari che ne avevano maturato il diritto. Dalla stessa data e' stato istituito un sistema previdenziale contributivo, simile a quello previsto per i pubblici dipendenti, in base al quale il deputato cessato dalla carica riceve al momento in cui matura il relativo diritto una pensione commisurata all'ammontare dei contributi versati.
Il nuovo regolamento delle pensioni prevede a carico del deputato una trattenuta mensile pari all'8,80% dell'indennita' lorda. Le pensioni calcolate con il nuovo sistema (sia dirette che di reversibilita') nonche' gli assegni vitalizi tuttora erogati (anch'essi diretti o di reversibilita') in forza della vecchia disciplina sono erogati per 12 mensilita'. Le novita' piu' rilevanti introdotte dalla nuova disciplina sono il requisito minimo effettivo di mandato parlamentare pari a cinque anni, senza possibilita' di versare contributi per ricongiungere periodi di legislatura non effettivamente svolti; l'eta' minima di 65 anni per conseguire l'assegno vitalizio o pensione, anche per i deputati cessati dal mandato prima dell'entrata in vigore dell'attuale Regolamento delle pensioni, ovvero 60 anni per chi ha svolto il mandato per almeno 10 anni; l'introduzione di nuove cause di incumulabilita' della pensione; sospensione del pagamento della stessa qualora il deputato sia rieletto all'Ars, o sia eletto al Parlamento nazionale, al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale o ricopra determinate cariche pubbliche; sospensione nei casi di condanna definitiva per delitti contro la pubblica amministrazione che comportino interdizione dai pubblici uffici. Pertanto, alla luce della normativa vigente, si distinguono la categoria degli assegni vitalizi diretti, integralmente maturati precedentemente al primo gennaio 2012 con il sistema retributivo e la categoria delle pensioni dirette "pro-rata", maturate in diversa percentuale con il sistema retributivo e l'attuale sistema contributivo. A regime pertanto le pensioni future saranno integralmente erogate con il sistema contributivo. Analoga partizione tra sistema retributivo e sistema misto "pro-rata", si puo' delineare per il regime delle pensioni di reversibilita' (gia' "assegni vitalizi di reversibilita'"), erogate nel caso di decesso di un deputato che abbia esercitato il mandato parlamentare per un periodo non inferiore a 5 anni, ovvero di un ex deputato titolare di pensione o in attesa di maturare il requisito di eta' per poter percepire la pensione, in favore di alcune categorie di familiari superstiti.