L'emergenza
Il piano dei migranti, Vienna: "Vanno bloccati sulle isole"
Una dotazione aggiuntiva di 500 milioni di euro per il Trust Fund per l'Africa da 1,8 miliardi creato alla fine dello scorso anno per affrontare le cause dell'emergenza migranti. E' questo uno dei punti fermi del piano di ampio respiro che la Commissione europea dovrebbe varare, salvo complicazioni, martedì prossimo. Ma a segnare polemicamente la giornata di oggi è stata la proposta lanciata dall'Austria, che attraverso il suo ministro degli Esteri Sebastian Kurz ha esortato a bloccare i migranti in viaggio verso l'Europa portandoli su delle isole, "come l'America faceva a Ellis Island", e a negare l'asilo a quanti arrivano illegalmente sulle coste europee. Intanto, l'Alto rappresentante Federica Mogherini, che insieme al collega Frans Timmermans sta mettendo a punto il testo del piano Ue, rientrerà a Strasburgo dagli Stati Uniti prima di ripartire per il Canada proprio per essere presente al delicato passaggio di martedì. L'adozione del documento - che sarà subito presentato agli europarlamentari riuniti in sessione plenaria - darà il via al conto alla rovescia per arrivare al vertice Ue, in programma per il 28 e 29 giugno a Bruxelles, con proposte concrete da mettere sul tavolo dei leader. Prima del summit i partner avranno modo di approfondire l'argomento in almeno due occasioni: il Consiglio dei ministri dell'Interno fissato per venerdì prossimo a Lussemburgo e il Consiglio Esteri che si riunirà successivamente per preparare i lavori del vertice. Secondo le ultime indiscrezioni, il piano Ue - che formalmente avrà il carattere di 'comunicazione' - conterà proposte relative a un pacchetto di interventi, alcuni da mettere in campo in tempi brevi, altri più orientati verso il medio e lungo termine. L'obiettivo è quello di andare anche oltre l'emergenza e, come proposto dall'Italia nel 'Migration compact', aiutare concretamente i Paesi di origine e transito sulla falsariga di quanto già fatto con la Turchia. Questo per far sì, da un alto, che ai potenziali migranti vengano offerte più opportunità nei rispettivi Paesi sostenendone lo sviluppo e dall'altro che si creino le condizioni per arginare i flussi in territorio africano, combattendo i trafficanti di esseri umani. Ed evitando che il Mediterraneo continui ad essere una enorme fossa comune. L'idea di base è quella di costituire uno fondo tipo Efsi, lo strumento operativo per incentivare gli investimenti strategici nato per dare attuazione al piano Juncker che, nel suo primo anno di vita, è riuscito a mobilitare risorse per 100 miliardi. Ma la realtà dei Paesi di origine e transito dei migranti è assai diversa da quella dei Paesi europei. Inoltre, l'Ue e i Paesi interessati (divisi in due gruppi in base alle priorità) si dovranno confrontare sulle condizioni e sulle richieste alle quali sia gli uni che gli altri vincoleranno una concreta e fattiva collaborazione. Non sarà una passeggiata trovare un accordo tra i 28. Come dimostrano le parole di oggi di Kurz. "Non è un caso - ha detto il ministro austriaco in un'intervista al quotidiano Die Presse - che gli Stati Uniti abbiano portato i migranti a Ellis Island, un'isola, prima di decidere chi poteva raggiungere la terraferma". Secondo Kurz, "chi arriva illegalmente in Europa dovrebbe perdere il diritto di chiedere asilo. Essere salvati in mare non deve essere un biglietto per l'Europa centrale". "Chi deve attendere su un'isola, come Lesbo, senza possibilità di ottenere asilo, si convincerà più facilmente a tornare indietro di chi abita già in un appartamento a Vienna oppure a Berlino", ha affermato Kurz, citando come esempio anche l'Australia. "Il nostro sistema - ha insistito - provoca migliaia di morti nel Mediterraneo perché i migranti sperano di essere accolti".