Latomia dei Cappuccini
Siracusa, gli studenti del Gargallo domenica replicano "Le Troiane"
Un grande plauso di critica ha raccolto il gruppo di studenti del laboratorio teatrale del “Gargallo” che guidati alla regia dalla professoressa Alessandra Gozzo hanno messo in scena una delle tragedie di Euripide, “Le Troiane”. La splendida cornice è stato il teatro greco di Palazzolo, i cui gradoni sono stati gremiti dal folto pubblico, e l’occasione il Festival del Teatro dei Giovani promosso dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico.
La messa in scena del dramma di Euripide è stato l’epilogo di un lungo cammino di preparazione e di prove tenutesi nei locali scolastici della sede di via Monti, cammino che ha visto la collaborazione alla regia della prof.ssa Tringali, le coreografie della prof.ssa Lonero, i costumi della docente Mollica e le musiche del professore Sampieri.
L’attività teatrale, fiore all’occhiello dello storico liceo classico, è stata inserita per volontà del dirigente scolastico Carmela Fronte e dell’intero collegio docenti nel vasto ambito dell’offerta formativa e quest’anno ha visto la partecipazione di oltre cinquanta studenti tra attori, ballerini, coristi e musicisti.
Dalla lettura del dramma, dice Alessandra Gozzo, si evince come Euripide ci guidi, gradino per gradino, attraverso tutta una serie di fatti dolorosi e disposti in modo tale che dove finisce uno, comincia l'altro: l'angustia delle prigioniere, la notizia secondo la quale Polissena è stata sacrificata sulla tomba di Achille, l'uccisione di Astianatte, il cadavere trasfigurato del piccolo sulla scena, Troia che crolla... Questa è la tragedia del dolore interminabile, sconfinato; è la tragedia addirittura della sorpresa dolorosa quando ad esempio ci pone dinnanzi a qualcosa che ci coglie impreparati ad affrontarla, che noi respingiamo inorriditi, perché non può trovar posto nella nostra immaginazione, vista la sua efferatezza. Si pensi al modo di morte ingiunto ad Astianatte colpevole soltanto di poter un giorno vendicare i Troiani dal momento che è figlio di tanto eroe. Un genere di morte che lascia perplessi quando ci si fermi a considerare di quanta cattiveria siano capaci gli uomini in determinate circostanze.
Questi i personaggi delle "Troiane", continua ancora la regista, la cui lettura ci lascia veramente pensosi e mesti a ponderare gli errori della guerra, la cattiveria degli uomini, le miserie umane, le ambizioni e le debolezze, il fasto, la povertà; e oltretutto scorrendo nei versi pare che si arrivi spontaneamente, naturalmente ad una conclusione, e cioè che gli uomini anziché agire sotto la spinta dell'odio dovrebbero essere guidati dalla legge dell'amore. Una luce più viva rischiarerebbe il mondo; questo monito non poteva venir fuori dalla penna pessimistica di Euripide, ma siamo noi, che senza sforzo, lo cogliamo attimo per attimo in questo dramma meraviglioso. Ed è qui il valore incommensurabile delle Troiane che gridano il loro dolore e la loro disperazione, ma rammentano quanto mutevole sia la sorte e come effimera sia la gloria conquistata con il sangue: esplicativi a questo proposito i vv 95- 97 messi in bocca a Poseidone: “E’ uno stolto l’uomo che distrugge città: se condanna alla desolazione templi e tombe, rifugio dei morti, non scampa per molto alla sua stessa rovina.”
A grande richiesta la rappresentazione teatrale verrà replicata domenica 29 maggio alle ore 17 presso la Latomia dei Cappuccini in Siracusa.