Vertice Italia-India all'Aia
Marò, la politica cerca la svolta per portarli a casa
E' essenziale che i presidenti di Consiglio e Commissione Ue e l'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, facciano sentire la voce dell'Europa
Si è aperta stamani presso la Corte permanente di arbitrato dell'Aia la prima udienza della causa tra Italia e India sulla vicenda dei due fucilieri di Marina, accusati da Nuova Delhi di aver ucciso nel 2012 due pescatori indiani al largo delle coste del Kerala, dove si trovavano a bordo di una petroliera in missione anti-pirateria. Nell'udienza di oggi e domani l'Italia chiede al collegio arbitrale, presieduto dal russo Vladimir Golitsyn, di consentire il rientro in Italia del marò Salvatore Girone, che si trova da tempo nell'ambasciata italiana di Nuova Delhi, fino alla fine del procedimento arbitrale. L'altro fuciliere Massimiliano Latorre, in Italia per ristabilirsi dopo un ictus che lo ha colpito nel 2015, vi resterà, grazie a una decisione del Tribunale internazionale del mare avallata dalla Corte suprema indiana, fino alla fine dell'arbitrato.
Il collegio è composto da cinque giudici: Francesco Francioni è stato nominato dall'Italia e Chandrasekhara Rao dall'India.
Insieme a Golitsyn, il sudcoreano Jin-Hyun Paik e il giamaicano Patrick Robinson, sono stati scelti dal Tribunale del mare di Amburgo (Itlos) e nominati con l'assenso di Roma e Nuova Delhi.
A rappresentare l'Italia nell'aula dell'Aia l'ambasciatore Francesco Azzarello, per la parte indiana Neeru Chadha.
Dopo l'udienza di oggi e domani la decisione della corte è attesa non prima di quattro settimane. Per l'arbitrato vero e proprio i tempi sono lunghi: la corte ha dato a Italia e India almeno fino a a febbraio 2018 per la presentazione di memorie e 4 controdeduzioni.