"Infangò" uno 007
Palermo, Ciancimino jr condannato per calunnia
Lo descrisse come un personaggio coinvolto in trame oscure e in accordi tra istituzioni e Cosa nostra. Ma le accuse di Massimo Ciancimino, imputato e superteste nel processo per la trattativa, sono risultate totalmente inventate oltre che gravemente lesive dell'immagine di Rosario Piraino, uno 007 dell'Aisi. Per questo, riferisce il Giornale di Sicilia, Ciancimino è stato condannato a pagare a Piraino, il "capitano" al servizio del "signor Franco" altro misterioso personaggio dell'intelligence, un risarcimento di 50 mila euro. Lo ha deciso il giudice della prima sezione civile del tribunale, Michele Ruvolo, che ha riconosciuto un effetto "denigratorio e destabilizzante" delle accuse di Ciancimo. Piraino subì il trasferimento a un altro incarico, una sovraesposizione mediatica, danni di immagine. Secondo Ciancimino, il "capitano" si sarebbe recato a casa sua a Bologna per indurlo a ritrattare le accuse contro Silvio Berlusconi nel processo per la trattativa. Ma quel giorno, il 3 luglio 2009, Piraino era a Palermo. Lo hanno dimostrato il bagde di servizio che ha registrato la sua presenza e il pagamento di un acquisto con carta di credito.