La vertenza Eni
Settore industria a Gela in stato di agitazione
Stato d'agitazione di tutte le categorie del settore industria, mantenimento dei presidi alle porte della città e pacchetti di sciopero da definire. E' la prima risposta di Cgil Cisl e Uil all'esito dell'incontro ministeriale di ieri, al Mise, sulla vertenza Gela, per il quale esprimono "un giudizio fortemente negativo". Ieri Regione, Comune e ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro hanno concordato il ricorso alla cassa integrazione in deroga fino al 31 marzo per i dipendenti dell'indotto, in attesa dell'inizio dei lavori per la conversione "green" della raffineria Eni che abbandona il petrolio per produrre bio-carburanti investendo 2,2 miliardi di euro. Le contestazioni sindacali riguardano i tempi troppo lunghi per la ripresa dell'attività produttiva. "La vertenza, complessa sin dal suo avvio - scrivono in una nota i segretari provinciali Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Maurizio Castania - è stata generata dai ritardi governativi e viene ulteriormente complicata dalle scelte dei governi nazionale e regionale in merito alle politiche industriali". Di fronte a una situazione senza precedenti che colpisce la città e il suo comprensorio, Cgil, Cisl e Uil chiedono che "si applichi in tutte le sue parti il decreto 'Area di crisi complessa' emanato quasi un anno fa" e si rifiutano di sottostare alla logica dei "due pesi e due misure". Sotto accusa il differente trattamento riservato dal governo centrale alle vertenze, a seconda della latitudine dei luoghi