Carcere di Trapani, il Consipe: "Condanniamo la strumentalizzazione"
"È opportuno chiarire che chiunque non osservi un comportamento lecito e, anzi, abusi in qualsiasi forma del ruolo che riveste, ancor più se rappresentante della legalità e della sicurezza in nome dello Stato, non possa e non debba che essere condannato ed essere destinatario delle conseguenze che le autorità giudiziarie intenderanno disporre quali garanti di una corretta applicazione delle norme vigenti".
Lo dice Mimmo Nicotra, presidente della confederazione sindacati penitenziari, in merito all'inchiesta della procura di Trapani che ha portato agli arresti 11 agenti della polizia penitenziaria e ne ha sospesi 14 per avere commesso violenze ai detenuti nel reparto blu del carcere Pietro Cerulli. "Nello stesso modo e con la stessa veemenza con la quale si condannano gli agìti di taluni personaggi indegnamente appartenenti a un Corpo di polizia dello Stato, si deve altresì condannare la strumentalizzazione che alcune testate giornalistiche e associazioni hanno inteso intraprendere in esternazioni che poco hanno a che vedere con le vicende accadute - aggiunge Nicotra - Sembra quasi che lo scenario brutalmente e doviziosamente descritto sulle presunte violenze e soprusi perpetrati nella cosiddetta 'sezione blu' del carcere di Trapani abbia consentito, liberamente e senza alcuna considerazione in termini di privacy o tutela del principio di presunzione di innocenza, di spostare l'attenzione dai fatti alle opinioni. È stato creato un contesto che sembra destinato a piantare il seme dell'antagonismo politico, trascurando una profonda analisi dello stato delle cose in materia penitenziaria e dei motivi che potrebbero scatenare una violenza tale". "Ci si chiede anche come stanno coloro che condividono gli stessi spazi, disagi psichiatrici e disfunzioni, e che non hanno scelto di commettere reati o di infrangere la legge", conclude.