La protesta va avanti
La vertenza Eni di Gela oggi pomeriggio si sposta a Roma
Dopo lo sciopero di ieri, l'attenzione dei lavoratori dell'indotto Eni di Gela, al loro nono giorno di presidio delle vie di accesso alla città, è rivolta a Roma dove, nel pomeriggio, il sindaco, Domenico Messinese, e il presidente della Regione, Rosario Crocetta, si incontreranno con i sottosegretari allo sviluppo economico e al lavoro per definire le misure straordinarie di sostegno alle maestranze che da 4 mesi non hanno più ammortizzatori sociali. Contemporaneamente, fuori dagli uffici ministeriali del Mise, per strada, il consiglio comunale di Gela proseguirà simbolicamente la sua seduta straordinaria e permanente, iniziata sei giorni fa ai blocchi Enimed di Ponte Olivo, al fianco degli operai in lotta. Sarà consegnata al governo una piattaforma rivendicativa, frutto dell'accorpamento di due documenti varati dallo stesso consiglio e dalle organizzazioni sindacali, Con i consiglieri comunali sono partiti una cinquantina di lavoratori a bordo di un pullman. "Non ci battiamo per la cassa integrazione - tengono a precisare - ma per il lavoro e per il futuro delle nostre famiglie e di questa città". Tutti attendono la firma dell'accordo di programma che, dopo il protocollo d'intesa e gli investimenti per 2,2 miliardi di euro stanziati dall'Eni, stabilirà per Gela il piano industriale aperto agli insediamenti privati, le opere pubbliche e la bonifica del territorio.