Lo denuncia l'Osapp
Inaugurato nel 2011 adesso è a rischio di chiusura il carcere di Gela
"Tra le carceri che l'amministrazione penitenziaria intende chiudere nel territorio nazionale c'è anche la casa circondariale di Gela". Lo afferma in una sua nota Rosario Di Prima, segretario regionale del sindacato di polizia penitenziaria, Osapp, che ha chiesto un incontro urgente con il procuratore di Gela Lucia Lotti. "La notizia cade come un fulmine a ciel sereno - scrive Di Prima - non per le scelte politiche che potrebbe fare il governo attraverso l'amministrazione penitenziaria ma per la individuazione di una struttura penitenziaria fortemente voluta dal territorio, proprio per l'importanza e il significato che si è dato in un'area che necessitava maggiormente la presenza dello Stato oltre che, per il presidio di legalità costituito a suo tempo". La casa circondariale di Gela, inaugurata il 28 novembre 2011, dopo 50 anni di attesa e dopo una sanguinosa guerra di mafia, è dotata di 48 celle per un totale di 96 posti ed ospita detenuti che devono scontare pene brevi e di basso livello di pericolosità. Alla luce della annunciata chiusura, l'Osapp si dice "fortemente preoccupata, nella convinzione che tale operazione risulterebbe oltremodo strano oltre che enormemente penalizzante per il territorio" e perché non terrebbe conto delle giuste esigenze del personale che vi opera". Secondo Di Prima verrebbe meno "uno dei presidi di legalità necessari, l'indotto creato e lo snellimento delle attività proprie della polizia penitenziaria a supporto della magistratura". Per l'Osapp, "una simile decisione ci farebbe ritornare indietro di vent'anni".