La società interdetta dall'Antimafia
La Tecnis coinvolta in un'inchiesta, "pronti a collaborare con il prefetto di Catania"
Sospeso il certificato antimafia della Tecnis, nel cui Cda facevano parte, ma si sono dimessi, Mimmo Costanzo e Concetto Bosco, agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta 'Dama Nera' della Procura di Roma su presunte tangenti all'Anas. Il provvedimento è stato notificato alla società 4 giorni fa. "E' un'interdittiva antimafia del prefetto di Catania - afferma in una nota la Tecnis - fondata su argomentazioni coperte da 'segreto di ufficio' e quindi non divulgabili senza incorrere in sanzioni penali. Il prefetto di Catania ha subito manifestato grande sensibilità, comunicando alle stazioni appaltanti l'intenzione di valutare l'applicazione delle misure di commissariamento delle imprese, previste dalla legge, per garantire la continuità di funzione ed i servizi indifferibili per la collettività, nonché per salvaguardare i livelli occupazionali". Il Cda di Tecnis, che nelle scorse settimane ha nominato presidente del collegio di vigilanza l'ex direttore nazionale della Dia, l'ex questore Tuccio Pappalardo, ha "delegato immediatamente i suoi legali a rappresentare al prefetto la più ampia collaborazione, al fine di individuare il percorso più rapido ed efficace per garantire la continuità nell'attività di impresa ed il rispetto degli accordi di ristrutturazione dei debiti, in corso di perfezionamento con i fornitori ed il sistema bancario". "Il Cda di Tecnis, avendo già avviato un processo di radicale riorganizzazione dell'azienda - conclude la nota della società - auspica che la momentanea difficoltà derivante dall'intervento prefettizio sia superata rapidamente, con la conferma della fiducia nel piano industriale dell'azienda".