Il giudice sotto inchiesta per corruzione
Palermo, Saguto si difende davanti al Csm: non ho preso un soldo
Ha respinto tutte le accuse definendole "umilianti" e basate su "errori macroscopici" Silvana Saguto, ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, comparsa davanti alla sezione disciplinare del Csm, perché finita sotto inchiesta per corruzione. L'organismo dovrà decidere se sospenderla dalle funzioni e dallo stipendio come chiesto dal ministro della Giustizia e dal Pg della Cassazione. Insieme al suo avvocato, Giulia Bongiorno, ha respinto ogni addebito riguardante le nomine di amministratori giudiziari e la liquidazione a loro di ingenti compensi, in cambio di incarichi o consulenze per suo marito, l'ingegnere Lorenzo Caramma, e di altri indebiti vantaggi. Secondo i pm nisseni il marito di Saguto avrebbe ricevuto incarichi per 750mila euro dall'avvocato Geatano Cappellano Seminara, nominato ripetutamente amministratore giudiziario di vasti patrimoni mafiosi. E dall'avvocato Seminara, che grazie a questa attività avrebbe percepito "rilevantissimi compensi" ,lo stesso giudice avrebbe avuto la cifra di 20mila euro, "senza alcuna plausibile giustificazione", come sottolinea il Pg della Cassazione, Pasquale Ciccolo, nell'atto con cui ha avviato l'azione disciplinare. Intanto Cappellano Seminara, indagato insieme alla Saguto, oggi si è dimesso da tutte le amministrazioni giudiziarie che gli sono state assegnate. Altre somme di denaro ("percepite dal padre" del magistrato, come scrive ancora Ciccolo) sarebbero arrivate all'ex presidente della Sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo da un altro professionista nominato amministratore giudiziario, Carmelo Provenzano, che avrebbe anche preparato la tesi di laurea per il figlio di Saguto, oltre a rifornire il giudice di cassette di frutta e verdura provenienti da un'azienda sotto sequestro che lui stesso amministrava. Uno scambio di favori e un passaggio di denaro che per la Saguto e il suo avvocato non c'è mai stato come dimostrerebbero gli accertamenti bancari. La decisione arriverà entro pochi giorni come ha assicurato il vice presidente del Csm Giovanni Legnini, che è anche presidente della Sezione disciplinare.