Riconoscimento Unesco
Vino, al Passitaly nuovi scenari per Pantelleria
Pantelleria è uno dei territori su cui l'Italia deve investire, in termini di innovazione, idee e risorse. E' questo il messaggio lanciato dal Passitaly 2015, giunto alla sua seconda edizione. La kermesse dedicata ai vini passiti e alla pratica colturale della Vite ad Alberello, ha chiuso i battenti, mettendo in linea una serie di risultati ed alcune priorità nei processi di valorizzazione delle risorse rurali e culturali di Pantelleria. Cinque giorni, dal 23 al 27 ottobre, in cui una delegazione di giornalisti ha potuto visitare il territorio, conoscerne le peculiarità produttive, viverne l'identità, sviluppando un "percorso" di conoscenza più approfondito con l'isola. Un programma intenso, tessuto anche da diversi workshop dedicati ai grandi temi strategici che caratterizzano Pantelleria e il suo Paesaggio. Il Passitaly 2015 ha visto in campo - come promotori - il Comune di Pantelleria e il Ministero delle Politiche Agricole, con il sostegno del Libero Consorzio dei Comuni della Provincia di Trapani, del Gac delle Isole, dell'Assessorato Regionale all'Agricoltura e il concorso delle aziende sponsor di questa edizione: Dietro L'Isola, Salvatore Murana, Coste Ghirlanda, Donnafugata, Marco De Bartoli Bukkuram e Azienda Agricola Emanuela Bonomo. "Occorre che tutti facciano la loro parte - spiega Salvatore Gabriele, Sindaco di Pantelleria - il nostro futuro passa dalla capacità di esprimere una nuova 'consapevolezza' del valore della nostra identità rurale, culturale e del Paesaggio". A livello planetario sono 162 i territori che possono vantare un valore competitivo legato al paesaggio, alla sua identità e al lavoro dell'uomo. Pantelleria è sicuramente tra i più importanti e suggestivi. Un'isola vulcanica, fortemente antropizzata, tanto da diventare un simbolo d'equilibrio tra uomo e natura, dove si pratica una viticoltura eroica, impegnativa sotto il profilo e in un ambiente mutevole e spesso impervio, caratterizzato da terrazzamenti e muretti a secco. Un contesto produttivo dove lo Zibibbo (Moscato d'Alessandria) - il vitigno predominante sull'isola - è protagonista assoluto. Cresce ad alberello, fra anfratti e terrazzamenti, allevato dal vento, con la mano sapiente del contadino pantesco. Un'eccellenza da cui si ottiene un vino, il Passito naturale di Pantelleria, che ha avuto la forza di esprimere punte di vera eccellenza, ottenendo importanti riconoscimenti dalla critica enologica internazionale. L'Amministrazione di Pantelleria e l'Assessore all'Agricoltura Graziella Pavia hanno presentato l'Itinerario della Vite ad Alberello di Pantelleria, un circuito che attraversa tutta l'isola. L'obiettivo è quello di tesorizzare il riconoscimento Unesco della Vite ad Alberello di Pantelleria intercettando una domanda qualificata del turismo d'interesse culturale ed enologico. Dario Cartabellotta, Commissario unico del Cluster Bio-Mediterraneo, tra i promotori del riconoscimento Unesco, lega due elementi riconducibili all'esperienza di Pantelleria: "Il riconoscimento Unesco della Dieta Mediterranea e dell'alberello pantesco hanno segnato una svolta epocale per la Sicilia e l'Italia e l'area del Mediterraneo. Nel vino abbiamo storia, cultura, territorio, uomini e da questi elementi deriva il miglior marketing in grado di avere successo. Pantelleria è quindi un prodotto dell'uomo e della cultura". Tante le aziende vitivinicole coinvolte in questo Passitaly. Per Giacomo Rallo di Donnafugata - da 30 anni impegnato a produrre sull'isola - il riconoscimento Unesco all'Alberello di Pantelleria "è la santificazione dell'opera del contadino pantesco nel corso dei secoli. L'attenzione oggi quindi va posta sia alla cultura sia al mercato per comunicare la bontà delle caratteristiche organolettiche dell'alberello, frutto del binomio indissolubile tra natura e uomo. L'alberello rappresenta la biodiversità avanzata tra passato e futuro".