Delitto Alfano
Il pentito D'Amico rivela che ad uccidere il giornalista non fu Merlino
Arrivano dal collaboratore Carmelo D'Amico clamorose rivelazioni sull'omicidio del giornalista Beppe Alfano, ucciso l'8 gennaio del 1993. Ad ammazzarlo, secondo quanto dichiarato da D'Amico, non fu Merlino, già condannato in via definitiva, ma Stefano "Stefanino" Genovese, pregiudicato di 41 anni, che sta scontando in carcere una pena a 26 anni per l'omicidio di Carmelo Martino Rizzo, compiuto il 4 maggio del 1999 sulla Salerno-Reggio Calabria. D'Amico racconta di aver incontrato Genovese, nei pressi dell'abitazione di Alfano, la sera del delitto e che Genovese lo avrebbe allontanato perché " stava lavorando". Genovese, inoltre, riferisce sempre il pentito, possedeva due pistole, una delle quali era proprio una calibro 22, come quella utilizzata per uccidere Alfano, mai ritrovata. D'Amico rivela poi la presenza di un complice il cui nome è ancora secretato. Non cambia, invece, il nome del mandante: è stato il boss Giuseppe Gullotti, noto a tutti come l'Avvocaticchio, condannato a 30 anni per l'omicidio di Alfano.