Il sindaco di Avola: io perseguitato senza una ragione, ma qui la mafia non c'è
Il sindaco di Avola, Luca Cannata, racconta la sua verità sulla indagine ispettiva da parte della Prefettura di Siracusa, su presunte infiltrazioni mafiose al Comune. Cannata sotto pressione da quasi sei mesi, non usa mezzi termini in un'intervista rilasciata sabato scorso al quotidiano La Sicilia. Il big bang sta per arrivare, si parla di metà novembre, e sulla questione mafia, emergono tantissime perplessità, anche perchè in città, a parte il presunto boss detenuto Michele Crapula, di organizzazioni criminali non ci sarebbe neppure l'ombra, nè dagli atti della commissione prefettizia emergerebbero commistioni con clan o cosche, boss e picciotti della criminalità organizzata.
Il sindaco di Avola non vuole essere una vittima sacrificale qualora si sciogliesse il Consiglio, facendo così ripiombare la città negli anni più bui della sua storia, alle vecchie amministrazioni democristiane, dove la clientela era un fatto assodato.
"Nel corso di una mia audizione in Prefettura - dice il sindaco a La Sicilia -- ho scoperto che la Commissione non è messa correttamente a conoscenza delle circrcostanze e dei fatti".
Cannata a 'La Sicilia' parla pure di un accanimento nei suoi confronti da parte del dirigente del Commissariato di polizia, che non riesce a spiegarsi. "E' indubbio, come documentato e provato, un improprio risentimento e una 'persecuzione' nei confronti del sottoscritto, oltre che dalle carte d'indagine". Non conosco i motivi, ma in passato ho sempre avuto buoni rapporti con uomini e donne che rappresentavano gli organi dello Stato".
Il sindaco Cannata non è indagato per mafia, ma deve difendersi soltanto dall'accusa di concorso in falso ideologico. Cannata avrebbe fatto pressioni con il capo del Genio civile per sbloccare l'iter dei lavori al vecchio borgo marinaro, oggi riqualificato e fiore all'occhiello di Avola. Il falso ideologico o l'abuso d'ufficio è quasi una routine per gli amministratori che vogliono migliorare la vivibilità della propria città. Questa ipotesi di reato che viene contestata al primo cittadino, è tutta da dimostrare. E cosa c'entra il connubio Avola - mafia? C'è un particolare di rilievo nella carriera amministrativa del sindaco di Fratelli d'Italia. Mesi fa ha emesso ordinanze di chiusura delle attività commerciali dei figli del presunto boss Crapula, ma il Tar, glieli ha poi riaperte. I commissari prefettizi di Siracusa, sanno così come lo sa il vice prefetto vicario di Siracusa, Filippo Romano, che il Consiglio dei ministri scioglie i Comuni solo per infiltrazioni della mafia. E per questo servono prove provate.