Il sindaco di Siracusa al Pantheon alla Festa del IV Novembre
Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha partecipato stamattina al Pantheon e al piazzale 4 novembre alle cerimonie per la Festa dell'Unita d'Italia e della Forze armate. Di seguito una sintesi del suo intervento. Celebriamo oggi una delle giornate più significative della storia della nostra Italia e della Repubblica perché raccoglie in una tre importanti ricorrenze: la vittoria della Prima guerra mondiale, il giorno dell'Unità nazionale e la Festa delle forze armate. Una giornata simbolo perché da sola contiene alcuni degli elementi di cui, come italiani, dobbiamo andare sempre fieri (…). In un mondo costantemente investito da cambiamenti e sfide, le nostre Forze armate danno un contributo di competenza, serietà e affidabilità che accresce il nostro prestigio sui tavoli internazionali. L'Italia di oggi è figlia di quella che l'ha resa grande, di quella che seppe reagire alla dittatura e seppe rinascere dalla disperazione di un dopoguerra che la vedeva prostrata ed arretrata. È figlia dell'Italia capace di rimboccarsi le maniche e di diventare una grande potenza economica, anche se oggi stentiamo a riconoscerla. Sembriamo ripiegati su noi stessi, stentiamo a credere nei giovani e a scommettere nel futuro, preoccupati come siamo di difendere ciò che abbiamo da un ipotetico nemico che spesso identifichiamo nel nostro stesso vicino o in chi, semplicemente, ci chiede aiuto. Ma ciò che è grave è che c'è chi alimenta questi sentimenti per trarne vantaggi e lo fa agitando alcuni di questi simboli che oggi vediamo qui, in questa celebrazione. Simboli di cui tutti siamo orgogliosi, che sentiamo nostri e che vogliamo vedere sventolare, come accaduto in questi decenni, lì dove ci sono delle vite da salvare e da aiutare, ci sono conflitti e guerre da sedare, ci sono terroristi e ingiustizie da combattere, e dove bisogna difendere la pace e la democrazia. Non credo che nei sogni dei nostri padri, dei nostri nonni e degli altri che prima di loro hanno sacrificato la vita per la Nazione ci fosse un'Italia circondata da muri – fisici o virtuali – autocratica e incapace di essere solidale. Se viviamo in pace da 74 anni è perché talvolta gli auspici si avverano e, dunque, siamo cresciuti in uno Stato che ha privilegiato il dialogo e la ricerca di intese multilaterali per un mondo sempre più sicuro ed evoluto rispetto a quello basato sui conflitti, sulla chiusura delle frontiere e sugli accordi fatti a scapito di altri. Non poteva esserci modernità e sviluppo senza il dialogo costante tra le nazioni, senza le grandi istituzioni sovranazionali che oggi qualche potente con manie autoritarie vuole mettere in discussione. Le nostre Forze armate di questa impostazione sono state e saranno interpreti leali, protagoniste di una strategia di sicurezza inclusiva, che tende ad allargare l'area di un impegno comune in funzione di obbiettivi di pace, di democrazia e di sviluppo da perseguire ben oltre i confini nazionali e gli stessi confini europei. Non c'è altra strada, per onorare nel modo migliore una giornata importante e simbolica come questa, che riaffermare il senso vero dei valori e dei simboli che ci accomunano.