I 2 operai Eni morti che lavoravano in Iraq: indagini della Procura di Gela
Le procure di Palermo e Gela indagano sulla morte di due dipendenti dell'Eni, di 36 e 45 anni, Gianfranco Di Natale e Filippo Russello, che lavoravano in Iraq. Dopo la morte di Di Natale, avvenuta giovedì scorso all'Ismett di Palermo (due giorni dopo il decesso di Russello), a un mese dal ricovero, i magistrati hanno deciso di disporre l'autopsia. Lo scrive Repubblica-Palermo. Di Natale aveva avuto un arresto cardiaco mentre si trovava a Vittoria, in provincia di Ragusa, dove viveva con la moglie e la figlia. Trasportato all'Ismett, gli sarebbe stata diagnosticata una miocardite. L'indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e dal sostituto Giorgia Righi. Russello, come Di Natale, era uno sportivo ed è stato stroncato da un infarto mentre era in bici sulla Statale 115 che collega Gela a Licata. Archiviato in un primo momento come infarto, in seguito la famiglia ha deciso di presentare una denuncia per comprendere le cause della morte. I magistrati della procura di Gela, coordinati dal procuratore Fernando Asaro, stanno decidendo se disporre l'autopsia.
"Voglio conoscere la verità, sapere perché mio marito è morto, capire com'è possibile che un uomo di 36 anni, sano e pieno di vita, che faceva palestra, ballo, ciclismo, visitato da tanti medici prima di ottenere il nulla osta per andare a lavorare all'estero possa esser deceduto in un istante". Lo dice Rosaria Greco, la moglie di Filippo Russello, 36 anni, dipendente dell'Eni che da 8 mesi lavorava in Iraq, come tecnico all'interno della raffineria di Al Basrah, nella provincia di Bassora. Come causa della morte, avvenuta 8 giorni fa mentre pedalava sulla sua bici lungo la Gela-Licata, è stato ipotizzato l'infarto. La procura di Gela, dopo l'esposto della donna ha aperto un'inchiesta e ha disposto l'autopsia. La coppia ha una figlia di 10 anni. Giovedì scorso, due giorni dopo il decesso di Russello, un altro tecnico gelese, Gianfranco Di Natale, di 45 anni, anche lui occupato in trasferta all'estero, in Iraq, è morto a Palermo, dopo un mese di ricovero all' Ismett di Palermo dove era stato trasferito dall'ospedale di Vittoria, città in cui vivono la figlia e il genero. Il referto medico parla di "infiammazione al cuore". In entrambi i casi si ipotizzano cause naturali. Ma le famiglie non ci credono. Pare che ci siano altri decessi sospetti tra i colleghi dei siti iracheni. E per questo si sono rivolte alla magistratura. "Indaghiamo contro ignoti, su richiesta della famiglia - dice il procuratore di Gela, Fernando Asaro - per capire se ci sono responsabilità di terzi". Intanto i pm palermitani, il procuratore aggiunto Annamaria Picozzi e il sostituto Giorgia Righi hanno disposto il sequestro della cartella clinica di Di Natale. Nel timore che all'origine del decesso ci siano patologie infettive, sarà un collegio di esperti ad eseguire l'autopsia in un ospedale attrezzato e di massima sicurezza sanitaria. Ma al momento non ci sono elementi che confermino questi timori. "Non sappiano nemmeno se lavoravano insieme - dice Asaro - Le nostre sono solo ipotesi. Tutto è da accertare".