Avola, imputata processo Eclipse ai domiciliari ma con il 'braccialetto'
E’ iniziato nei giorni scorsi al Tribunale di Siracusa il processo ordinario a carico di sette dei 14 imputati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Noto il 18 gennaio scorso nell’ambito dell’operazione anticrimine denominata “ Eclipse”, chiamati a rispondere a vario titolo di estorsione, spaccio di droga e detenzione illegale di arma da fuoco. Si tratta di otto imputati che hanno deciso di non richiedere il rito abbreviato ma farsi giudicare con quello ordinario, gli avolesi Paolo Zuppardo, Concettina Cavarra, Giuseppe Capozio, Monica Campisi, Paolo Liotta, Vincenzo Di Stefano e il catanese Davide Nobile. L’udienza celebrata al Tribunale di Siracusa è stata interamente dedicata alla nomina del quinto perito nominato dal collegio penale, che avrà unitamente agli altri quattro nominati in precedenza il compito di “ sbobinare” le più che trecento intercettazioni ambientali e telefoniche effettuate dai carabinieri di Noto nel corso dei mesi di attività investigativa. Il processo riprenderà il 21 novembre prossimo, quando i giudici del collegio penale esaminerà in aula il primo teste proposto dalla pubblica accusa. Intanto nei giorni scorsi i giudici della quinta sezione del Tribunale del riesame di Catania hanno accolto l’appello della difesa di una delle due donne imputate, Monica Campisi, 32 anni, la quale il 17 giugno scorso a seguito di un’ordinanza di aggravamento di misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Catania fu di nuovo rinchiusa nel carcere circondariale di Messina-Gazzi, dopo che a venti giorni dall’arresto era stata ammessa agli arresti domiciliari. A Monica Campisi, infatti, veniva contestato di non essere stata trovata in casa in uno dei controlli domiciliari effettuati dalle forze dell’ordine, il 13 maggio scorso presso la propria abitazione di Siracusa. Arrestata e trasferita presso il carcere femminile di Messina-Gazzi, i difensori della donna, gli avvocati Natale Vaccarisi e Antonino Campisi, proponevano subito appello al tribunale del Riesame, esaminato ed accolto nei giorni scorsi dalla V sezione del Tribunale della libertà, disponendo per la donna i domiciliari con l’uso del “ braccialetto elettronico”. La donna nel momento in cui saranno effettuati tutti gli accertamenti previsti per l’installazione del “braccialetto” tornerà immediatamente presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.
A.D.A.