Teatro, 'Il lunario' chiude le Orestiadi dei record: in 1200 per Papaleo
Rocco Papaleo, vestito di bianco, a Gibellina si confonde con il Cretto di Burri per la serata finale delle Orestiadi che ha offerto "Il lunario. Osservatorio poetico per amanti della luna". Milleduecento persone sono entrate nel bianco labirinto costruito da Alberto Burri dopo il devastante terremoto del '68. Performance, musiche, poesie sono state proposte e cucite da Umberto Cantone. Il direttore artistico, Alfio Scuderi, si è detto del tutto soddisfatto di questa edizione che chiude con il record delle presenze registrate negli ultimi vent'anni: settemila spettatori (battuto il primato dello scorso anno, quando furono seimila), tanti spettacoli sold out. Rocco Papaleo, Silvja Ajelli, Aurora Falcone e Melino Imparato si sono esibiti sul sudario di cemento, seguendo le musiche di Lelio Giannetto e della sua orchestra. Insomma un'edizione che ha visto un successo dopo l'altro e che si conclude non già con il solito inno alla luna, nel cinquantesimo anniversario dello Sbarco, ma con i testi critici, ironici di Guido Ceronetti, Giorgio Manganelli, Jorge Luis Borges e Pierpaolo Pasolini. Nessun sentimentalismo: lo sbraco sulla luna viene visto come una bellissima dimostrazione di potere. Papaleo ha mostrato le sue straordinarie doti di cantante, una sorpresa gradita. Bravissima Silvja Aielli, ma anche Falcone e Imparato che ricordano il drammaturgo palermitano Franco Scaldati, il poeta della luna, scomparso sei anni fa.