Salta il Consiglio aperto a Siracusa sull'area del nuovo ospedale, Italia lancia la sua idea
Solo 9 consiglieri presenti su un minimo richiesto di 17. È stato annullato, per mancanza del numero legale, il consiglio comunale di Siracusa aperto dedicato all’area del nuovo ospedale e convocato per stamattina all’Urban center dal presidente Moena Scala. La seduta è stata allora trasformata in una riunione tra i tanti ospiti presenti (parlamentari nazionali e regionali, Asp, sindaci della provincia, sindacati, organizzazioni datoriali, cittadini comuni), i consiglieri comunali e l’Amministrazione rappresentata dal sindaco, Francesco Italia. Riunione in cui di gran lunga prevalenti sono state le posizioni di chi chiede di cogliere l’opportunità dell’aumento delle risorse disponibili (da 140 a 160 milioni) per realizzare una struttura capace di ospitare in futuro un ospedale di secondo livello.
Tra i primi ad intervenire è stato proprio il direttore generale dell’Asp 8, Salvatore Lucio Ficarra, che, rimettendosi alle decisioni del consiglio comunale, ha però ricordato come la perizia di Giuseppe Pillitteri, oltre che di alto livello, non è stata realizzata sul nulla ma su un progetto di massima del nosocomio che tiene conto delle dotazioni e delle caratteristiche strutturali più avanzate.
Dal sindaco Italia è arrivato un forte invito a puntare all’ospedale di secondo livello. “Non è più tollerabile – ha detto – che la vecchia politica, con le stesse facce, continui a ostacolare la realizzazione del nuovo ospedale in un momento in cui il governo regionale lo vuole costruire e per di più di secondo livello. Il consiglio comunale non può rinunciare ad essere protagonista di questa vicenda come è accaduto oggi. La Ragione, come da me auspicato, ha compiuto un nuovo passo importante verso un ospedale di secondo livello che – ha concluso Italia – non possiamo ignorare per posizioni preconcette e superate dai fatti. Bloccarne, rallentarne o impedirne la costruzione attesa da oltre trent’anni non è solo irresponsabile politicamente ma anche immorale”.