Modica, rifugio antiaereo di Piazza Matteotti: i dubbi del Partito Democratico
Le perplessità del Parttito Democratico sui lavori riguardanti la "riscoperta" del rifugio antiaereo di piazza Matteotti. "Apprendiamo dalla stampa - afferma la nota del PD - che col ripristino della pavimentazione di piazza Matteotti è terminata la prima parte dei lavori volta al recupero del rifugio antiaereo. Il Sindaco ci comunica che a breve detto rifugio sarà riaperto dal suo ingresso (o meglio, uno dei suoi ingressi), finalmente individuato, e che il progetto “Museo della seconda guerra mondiale” è sempre più vicino.
Progetto appreso dalla stampa, appunto. Il Consiglio Comunale per quest‘amministrazione è solo un ineliminabile passaggio per gli atti che per legge devono essergli sottoposti, altrimenti se ne fa volentieri a meno.
Come in questo caso del progetto “museo della guerra” sul quale magari il massimo consesso cittadino, che è espressione dei cittadini modicani, potrebbe dire la sua.
Certo, si tratterebbe poi in Consiglio di indicare costi e di valutarne la convenienza (la famosa analisi costi/benefici tanto cara ai pentastellati) tenuto conto che una cosa era all’epoca predisporre un rifugio per cercare riparo dai bombardamenti e altra è oggi allestire con i criteri di sicurezza del 21° secolo una sala museale a un piano sotto strada con le necessarie uscite di sicurezza, illuminazione ed aereazione (altro che buchino per passaggio dell’aria!).
Occorrerà poi costruire delle vasche di raccolta delle acque meteoriche e un sistema di espulsione delle stesse, salvo che, con l’aiuto delle piogge torrenziali d’autunno, non si voglia dotare la città della prima piscina antiaerea al mondo.
Il Consiglio potrebbe esprimere scelte diverse e maggiormente rilevanti come il recupero del museo etnografico di palazzo dei Mercedari che è più “memoria” e racchiude più “valori” da ricordare e da tramandare.
Oppure, continuando negli esempi e se proprio si vuole scendere nei sotterranei, rendere quotidianamente visitabile la cripta di Palazzo San Domenico.
Si potrebbe persino discutere, udite udite, della creazione di un minimo ma necessario spazio verde su una piazza centralissima ma altrettanto squallida con quelle due palme superstiti e i restanti tronchi delle altre lasciati a ricordo di ciò che furono.
Soprattutto si tratterebbe, sempre in civica assise, di difendere più con la forza delle argomentazioni che con quella dei numeri una scelta anziché un’altra; non una cosa facile per una maggioranza che è notoriamente silente durante i lavori consiliari.
Forse per questo l’amministrazione non cerca, e quindi non vuole, un democratico coinvolgimento dei rappresentanti dei cittadini in scelte piuttosto impegnative sia per i costi sia per l’impatto sul centro storico di una struttura che incide sul tessuto urbanistico. Ciò, tuttavia, non ci esime dal chiederlo con forza".