Auto bruciate nel Siracusano, per il prefetto Pizzi "non è emergenza"
Dopo l'esposto dell'avvocato di Siracusa Paolo Cavallaro, firmato da 21 cittadini, sull'emergenza micro criminalità a Siracusa, soprattutto di intimidazioni con il fuoco, per il prefetto Luigi Pizzi la situazione è sotto il controllo delle forze dell'ordine. Per il rappresentante del governo in provincia di Siracusa, "non c'è alcun allarme". A dirlo in una nota diffusa ieri sera dal capo di gabinetto è lo stesso Pizzi. "Non vi sono ragioni di allarme, fermo restando che il tema dell'ordine e della sicurezza pubblica è costantemente all'attenzione del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica che si riunisce quasi quotidianamente adottando tutte le necessarie misure di prevenzione generale, in ragione dei fenomeni e delle situazioni che si evidenziano man mano, anche pianificando servizi interforze di controllo straordinario del territorio con l'ausilio del Reparto Prevenzione e Crimine della Polizia di Stato e del CIO dell'Arma dei Carabinieri". Sin qui la risposta della Prefettura.
Cavallaro e gli esponenti avevano chiesto la convocazione del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, con particolare riguardo al fenomeno degli incendi delle autovetture. I 165 attentati riportati da un giornale locale - secondo - la prefettura di Siracusa, non sono veritieri, in quanto dalle statistiche ufficiali in possesso delle Forze di Polizia nell'anno 2019 in questa provincia risultano incendiate 42 automobili; di queste, 18 nel capoluogo, 5 nel comune di Pachino, 4 rispettivamente nei Comuni di Noto e Priolo Gargallo, 3 nel comune di Augusta, 2 a Lentini e 1 a Carlentini. Peraltro, il dato che riguarda tutta la Sicilia è di 272 incendi di auto e facendo riferimento a territori consimili risulta ad esempio che ad Agrigento se ne sono verificati 39 e a Messina 42 nello stesso periodo. Come messo in luce dalle attività di indagine, nella maggior parte dei casi si tratta di episodi riconducibili a dissidi di natura privata, in base alla prassi, purtroppo diffusa in questa e altre province siciliane, della risoluzione violenta di problemi di vicinato, di condominio e altre consimili. Solo in alcune ipotesi si tratta di atti intimidatori e fra i 42 casi di questa provincia solo 8 presentano elementi riconducibili a tale fattispecie.
(Nella foto l'auto di un carabiniere incendiata ai Tre Colli a Pachino)