I sindacati uniti sfilano a Reggio Calabria: "Ripartire dal Sud"
22 ottobre 1972-22 giugno 2019. Si sono ritrovati dopo 47 anni sulla scorta di una rinnovata unità per chiedere che il Paese riparta dal Sud e per mandare un messaggio chiaro al Governo sull'autonomia differenziata: l'Italia è una e indivisibile. Cgil, Cisl e Uil hanno scelto, ancora una volta, la città calabrese dello Stretto per denunciare, con una voce sola, "il deficit di attenzione dell'esecutivo nei confronti del Mezzogiorno rivendicando la salvaguardia dell'unità del Paese". E a Reggio Calabria è stato il giorno della mobilitazione e dell'orgoglio unitario, del Paese ma anche del sindacato confederale che ha lanciato un duro monito al Governo. Secondo i sindacati, ma la stima della Questura differisce solo di poco, alla manifestazione hanno partecipato in 25 mila. Lavoratori, pensionati, precari, cassintegrati, donne, giovani e tanti extracomunitari partiti dalle aree in cui il caporalato e lo sfruttamento la fanno ancora da padroni. Tutti assieme ad animare il corteo che ha colorato una città ancora una volta assurta a simbolo di un Mezzogiorno che non vuole piegarsi. Una festa fatta anche di slogan, tamburi, marcette di bande di paese e cori di "Bella ciao". I tre leader sindacali attaccano il 'governo colpevole e inerte' sul fisco, basta condoni, serve la lotta all'evasione, sulla flat tax, 'iniqua' e penalizzante per il Sud, sulle infrastrutture che mancano, con l'Alta velocità ferma a Salerno. " I porti sono chiusi ma i giovani vanno via", dice il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. "C'è un arretramento di tutto il Paese rispetto all'Europa e non solo. Per noi l'Italia va unita e non divisa. Basta con le logiche dell'autonomia differenziata, che aumentano ancora di più le disuguaglianze. C'è bisogno di fare investimenti sia in infrastrutture materiali ma anche in quelle sociali e serve una politica industriale". "Questa di Reggio Calabria oggi - ha detto la segretaria della Cisl, Annamaria Furlan - è una manifestazione imponente. Migliaia e migliaia di donne, di uomini e soprattutto giovani giunti da ogni regione, con la loro presenza, lanciano un messaggio al Governo che non può essere ignorato: l'Italia non esce dalla crisi senza lo sviluppo del Mezzogiorno", " Altro che mini bot: qui ci vuole più legalità e più lavoro ed invece si aumenta il debito pubblico e nulla si fa per rimettere in moto il Paese, a crescita zero". "Il governo è colpevole, inerte, smettiamola di cercare capri espiatori attraverso armi di distrazione di massa". Sulla stessa lunghezza d'onda il leader della Uil Carmelo Barbagallo. "Noi stiamo cercando di impedire che i provvedimenti che il Parlamento approva su proposta del Governo producano ulteriori danni al Paese. Ogni volta poi si lamentano che non riusciamo a modificare gli errori che fanno. Il Sud è rimasto lettera morta per molti anni. Bisogna fare qualcosa. Le Regioni che non utilizzano i Fondi europei e di coesione sociale sono colpevoli e andrebbero commissariate". A Reggio Calabria, per partecipare alla manifestazione, é arrivato anche il segretario del Pd Nicola Zingaretti. "Bisogna dire basta al partito delle disuguaglianze. Dai sindacati oggi parte un grande messaggio". Presente anche il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio che ha parlato di "manifestazione straordinaria".