Agente penitenziario di Avola non parla al Gip: rimane in carcere
Paolo Zagarella, 55 anni, di Avola, in carcere a Catania per corruzione, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio di garanzia. L'agente di polizia penitenziaria in servizio nel carcere siracusano di Cavadonna,è accusato dalla Procura di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, peculato e false attestazioni. L’indagato non ha risposto alle domande del gip, Carla Frau, che ha così emesso a suo carico l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Zagarella, che è difeso dall’avvocato Sebastiano Troia, avrebbe manifestato l’intenzione di parlare con il pm Gaetano Bono, che ha coordinato le indagini contenute in un corposo faldone, carico di riscontri ai sospetti che l’agente di polizia penitenziaria potesse favorire alcuni detenuti.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, infatti, l’indagato avrebbe offerto indebiti favori ai detenuti o ai loro familiari, procacciando beni. In particolare, avrebbe chiuso un occhio nel fare entrare telefonini cellulari ai detenuti mentre si sarebbe reso disponibile a veicolare informazioni sia dall’esterno della struttura penitenziaria, sia verso il suo interno, così consentendo di eludere le restrizioni previste per i detenuti. Sarebbero stati alcuni colleghi di Zagarella a scoprire atteggiamenti 'strani' da parte dell'indagato che per il momento resta rinchiuso nel carcere di piazza Lanza.