Fallimento pilotato a Gela, arrestati tre imprenditori e un sequestro
Guardia di Finanza di Gela e agenti della Polizia Giudiziaria hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di tre persone accusate di aver provocato il fallimento di una loro società con la distrazione e dissipazione di beni attraverso un articolato sistema di acquisti e vendite ad altre aziende riconducibili allo stesso gruppo. Il provvedimento è stato emesso dal Gip di Gela. Contestualmente si sta eseguendo un sequestro preventivo per equivalente di una società con sede a Vittoria (Ragusa).
L'indagine della Guardia di Finanza che ha portato all'arresto di tre persone, due poste ai domiciliari, ha permesso di appurare, secondo l'accusa, che la società fallita, operante nel settore del recupero e della trasformazione di materiali plastici in prodotti fioccati, già nei primi anni di vita aveva iniziato ad accumulare ingenti debiti nei confronti dell'Erario e dei creditori, per un totale di 11 milioni di euro. Successivamente con una serie di manovre finanziarie si è assistito ad un continuo passaggio ad altre società del principale ramo aziendale riguardante i macchinari e le attrezzature utilizzate per la lavorazione della plastica, nonché dell'Autorizzazione Unica Ambientale, indispensabile per poter continuare ad operare nel campo del recupero e riciclo di rifiuti speciali non pericolosi. Questi continui "rimbalzi di cessioni", partendo dalla società niscemese fallita, si sono conclusi con l'ultima costituzione della società vittoriese oggetto di sequestro. Secondo gli investigatori "la mancanza di qualsiasi scrittura contabile, poiché distrutta o occultata, nonché la distrazione, oltre a beni strumentali all'esercizio dell'attività imprenditoriale, anche di un'autovettura di lusso, una Ferrari F430 Spider, venduta all'estero.