Modica, in piazza Matteotti si è ripetuto il rito del "Crisci Ranni"
«Se abbiamo un cuore grande renderemo grande anche la nostra città. Che è già grande e bella, ma ha sempre bisogno di essere ampliata dalle nostre relazioni di amicizia e accoglienza reciproca». È stato don Rosario Gisana, vescovo di Piazza Armerina, modicano, a presiedere l'antico rito di Crisci ranni che si è rinnovato domenica, alle 18 in punto, in piazza Matteotti, a Modica, al suono delle campane di Modica bassa e, da quest'anno, anche di Modica alta, perché è un momento che coinvolge l'intera città. Ai tantissimi bambini che gremivano la piazza, don Rosario ha parlato dei sogni, che è il tema scelto quest'anno per Crisci ranni. «Nei momenti bui, il Signore ci dona dei sogni che colorano la nostra vita. A voi bambini dico, facciamo sognare anche i nostri genitori: la loro vita sarà più bella e ricca di tanto amore». E un altro invito a tutti, ad avere la «capacità di non giudicare nessuno. Tutto parte dal cuore: se ho un cuore grande allora verranno fuori tante cose belle; se uno ha un cuore grande, il flusso dell’amore è come un grande fiume che riesce a rendere fertile tutto».
Il sindaco, Ignazio Abbate, ha ringraziato il cantiere educativo Crisci ranni, che anima questo momento, e con esso tutte le attività della Caritas. Ha ribadito l'importanza di vivere quei «principi di civiltà e accoglienza che oggi vengono messi in dubbio, sforzandoci di sostenerli».
Il direttore della Caritas diocesana, Maurilio Assenza, ha ripreso questo aspetto, quello cioè di «rendere domestica la città. Un impegno che prendiamo in piazza Matteotti, partendo quindi da una storia di resistenza, con l'attenzione ai valori dalla famiglia, dell'accoglienza». Il pensiero è andato ai migranti che vengono respinti, e poi un «applauso a Papa Francesco che ci ricorda che l'accoglienza è umana. Chi è fuori dall'accoglienza non può entrare in chiesa». Un ricordo anche agli amici de L'Aquila, con cui c'è un lungo legame profondo. «Gli amici aquilani – ha detto Assenza – ci ricordano che la vera ricostruzione parte dal 'noi'. Se ognuno mette il cemento della fiducia, della concordia, non escludendo mai nessuno, allora si ricostruisce. Da questa piazza dedicata a un martire, diciamo: mai razzismo, mai fascismo, ma sempre solidarietà, nessuno escluso, perché il cuore non lo permette».
Prima del suono delle campane, Cristian Modica ha letto alcuni dei sogni che i ragazzi delle scuole hanno scritto in palline da ping-pong: salvare la natura, trovare la felicità sempre, andare al conservatorio, fare qualcosa per cambiare il mondo, essere felice, imparare a sognare, potere avere persone importanti nel nostro cammino, sentirmi realizzato, avere una famiglia unita, ricevere affetto... amare veramente. Bellissimi pensieri che i ragazzi hanno espresso nel corso del cammino di preparazione al rito. E sul palco, la compagnia 'Piccolo palcoscenico', ha concluso la favola 'Il custode dei sogni', che ha accompagnato i bambini in questa bella avventura verso Crisci ranni.