Spettacoli classici a Siracusa, Livermore prova Elena in attesa di Tosca
Conteso dai più grandi teatri, Davide Livermore, regista torinese, si conferma come artista di punta nel panorama europeo. In questi giorni è a Siracusa per le ultime prove di "Elena" di Euripide, che il 9 maggio inaugura la stagione 2019 dell'Inda. Testo arduo, difficile da mettere in scena, che viene rappresentato solo per la seconda volta negli ultimi 40 anni, ma di Livermore si dice che non ci sia testo che non riesca a domare. Lui si definisce un "artigiano", un mestierante che studia e lavora alle sue creazioni per mesi e per anni. Ma ora può vantare anche una doppia inaugurazione alla Scala, lo scorso anno con l'enorme successo di "Attila" di Verdi, e il prossimo 7 dicembre con "Tosca" di Puccini. Il regista lascia trapelare la sua passione per Puccini musicista e regista, per le infinite e precise didascalie che il genio di Lucca metteva nelle sue partiture. "Puccini - dice - è la chiave di volta del '900, anticipa il cinema, il secondo atto di Tosca è degno del migliore capolavoro di Hitchcock, con una drammaturgia perfetta per generare forti emozioni, ben prima che muoia Scarpia per mano di Tosca. Ma non dimentichiamo che il 70% della musica da film deve qualcosa a Puccini. In Tosca è sorprendente la descrizione del potere temporale dello Stato pontificio, quel potere di vita e di morte, degno dei peggiori fascismi, attraverso l'uso della polizia segreta." Dopo Siracusa Livermore sarà impegnato in "Anna Bolena" a Sidney e in un "Don Carlos" in Kazakistan. Poi a dicembre la Scala.