I prezzi del vino giù del 50%, allarme dei produttori siciliani
L'annata e' stata abbondante per il vino da tavola, soprattutto nel nord della Penisola, tanto da determinare un vero e proprio crollo dei prezzi per quello siciliano, che non riesce neanche a trovare sbocchi di mercato. A lanciare l'allarme e' la Cia. "Il risultato - si legge in un comunicato - e' che nelle cantine dell'isola in questo momento c'e' oltre un milione di ettolitri di vino comune - una volta identificato dalla normativa come "vino da tavola" - mentre il prezzo, ad esempio dei bianchi, e' sotto i 2 euro per ettogrado, circa 20 centesimi al litro. Lo scorso anno veniva invece venduto a 40-45 centesimi, prezzo sempre inferiore rispetto alla media dell'Ismea (54 centesimi). Stessa sorte per i mosti concentrati (MCR), utilizzati per elevare il grado alcolico: sono sempre meno quelli che partono dall'isola alla volta di quelle regioni dove, per condizioni climatiche, e' difficile arrivare alla gradazione alcolica minima prevista dalla legge".
"Con questi prezzi e' impossibile rientrare dai costi - spiega Maurizio Scavone, presidente della Cia di Mazara del Vallo -. Nelle province di Palermo e Trapani, che da sole producono quasi il 70% di vini e mosti siciliani, crisi di mercato e prezzi bassissimi non consentiranno a tutte le cantine sociali di coprire i prestiti per le anticipazioni. C'e' il rischio di gravi sofferenze bancarie che possono costituire l'anticamera del fallimento, con conseguenze devastanti per il territorio. Serve - aggiunge - una soluzione immediata che possa per scongiurare la grave crisi sociale che si innescherebbe, colpendo diverse migliaia di famiglie di viticoltori". Uno stato di crisi che, secondo la Cia, trova conferma nelle preoccupazioni dell'Irvo, l'Istituto regionale del vino e dell'olio.
"Per superare questo momento bisogna trovare dei possibili "strumenti" che permettano di ammortizzare, nel lungo periodo, le annate in cui ci sono state produzioni eccessive - commenta Vincenzo Cusumano, direttore dell'Irvo, nella nota diffusa dalla Cia Sicilia Occidentale -. Ma guardando oltre bisogna anche intervenire strutturalmente sul tessuto imprenditoriale siciliano, fatto soprattutto di micro imprese. Da un lato sarebbe meglio studiare dei meccanismi che possano meglio distribuire gli utili lungo la filiera, mentre dall'altro le stesse imprese cooperative dovrebbero sforzarsi di innovarsi ed emergere sul mercato anche internazionale. Sono reduce dal Prowein di Dusseldorf e c'e' tutt'oggi una forte domanda per il brand Sicilia. Bisogna avere idee innovative, l'Irvo e' pronto, ancora una volta, a fare la sua parte a sostegno della vitivinicoltura siciliana".