Mazzette e prestiti agevolati all'Irfis: 17 a giudizio ad Agrigento
Il giudice dell'udienza preliminare di Agrigento, Giuseppe Miceli, ha disposto il rinvio a giudizio dei diciassette indagati dell'inchiesta "Giano Bifronte" che ipotizza un giro di tangenti in cambio della concessione di prestiti a tasso agevolato da parte dell'Irfis, istituto di credito di cui la Regione e' unico azionista. L'inchiesta ruota attorno a due personaggi chiave: il funzionario dell'istituto Paolo Minafo', 53 anni, palermitano, e il consulente del lavoro Antonio Vetro, 48 anni, di Favara. Entrambi erano finiti in carcere il 21 giugno del 2017, giorno dell'operazione, eseguita dalla Guardia di Finanza. Vetro, secondo l'accusa, avrebbe ideato un sistema corruttivo che si serviva della societa' di consulenza Intersystem srl di cui lui era amministratore e Minafo' sarebbe stato socio occulto. Le tangenti, necessarie perche' in caso contrario la richiesta di finanziamento sarebbe stata bloccata con un pretesto oppure scavalcata dalle altre che erano state presentate dagli imprenditori che avevano pagato la "bustarella", sarebbero state mascherate con delle consulenze all'Intersystem. Nella lista degli imputati ci sono altri quindici imprenditori - soci di piccole attivita' che operano in svariati settori - accusati di avere corrotto Minafo' attraverso Vetro. Si tratta di Angelo Incorvaia, 54 anni; Valerio Peritore, 50 anni; Luigi Di Natali, 67 anni; Giovambattista Bruna, 68 anni; Vincenzo Scalise, 41 anni; Pietro Carusotto, 61 anni; Patrizia Michela Cristofalo, 42 ann; Nicola Galizzi, 50 anni; Ettore Calamaio, 55 anni; Calogero Messana, 43 anni; Antonio Milioti, 41 anni; Sebastiano Caizza, 39 anni; Angelo Sanfilippo, 61 anni; Calogero Curto Pelle, 61 anni; e Gerlando Raimondo Lorenzano, 55 anni, di Aragona.