Regionali, per gli Exit poll Solinas del Centro destra in vantaggio
Si potrebbe profilare un testa a testa in Sardegna tra il candidato governatore del centrodestra, Christian Solinas, e quello del centrosinistra, Massimo Zedda. Secondo i primi exit-poll, su dati parziali, commissionati dalla Rai, il senatore e leader del Partito Sardo d'Azione sarebbe in vantaggio sul sindaco di Cagliari con una forchetta tra il 37 e il 41%. Quella di Zedda sarebbe tra il 36 e il 40 per cento, una differenza minima e tutta da verificare nelle prossime ore. Mentre risulterebbe staccato di parecchi punti il candidato presidente del Movimento 5 stelle, Francesco Desogus, con una forbice tra il 13 e il 17%. L'ultimo dato sull'affluenza dei votanti si è fermato al 43,8 per cento, con un miglioramento di oltre 2 punti rispetto alle precedenti consultazioni del 2014. Più netti i numeri, sempre in base ai primi exit poll elaborati sui dati parziali, per i voti di lista delle coalizioni che accrediterebbero il centrodestra tra il 42 e il 46 per cento, il centrosinistra tra il 28 e il 32. Mentre i 5 stelle viaggerebbero tra il 14 e il 18%. I pentastellati rimarrebbero il primo partito ma nell'isola appena un anno fa alle politiche arrivarono addirittura al 42%. IL Pd si attesterebbe in una forchetta tra il 13 e 17%, la Lega tra il 12 e il 16. Al momento la partita sembrerebbe circoscritta tra Solinas e Zedda. Speranze quasi a zero, sempre in base a questi exit poll parziali, per Desogus e per gli altri quattro candidati: l'ex parlamentare e già presidente della Regione nel 2001, Mauro Pili (Sardi liberi), Andrea Murgia con Autodeterminatzione, Paolo Maninchedda del Partito dei sardi e Vindice Lecis di Sinistra sarda. Tutto ciò in quadro di forte tensione politica dopo le nuove polemiche per le dichiarazioni del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, che anche oggi ha rotto il silenzio elettorale. "Abbiamo vinto in Abruzzo, in Molise, a Trento, a Bolzano. Oggi vinciamo in Sardegna e sarà una giornata storica per i sardi, ma per il governo non cambia niente. Si va avanti per cinque anni", ha detto il ministro dell'Interno in un'iniziativa elettorale a Recco, in Liguria, scatenando l'indignazione del candidato alle primarie Pd, Maurizio Martina: "Anche oggi Salvini viola il silenzio elettorale e se ne frega delle regole. Che vergogna. Deve proprio sentirsi tanto insicuro di quello che fa e che dice per arrivare a tanto". Giornata carica di tensione anche per la "guerra del latte". Si temevano azioni di protesta ai seggi da parte dei pastori. L'attenzione era massima, in tutta la Sardegna. Non ce ne sono state, ma di prima mattina si è registrato l'ennesimo assalto a un'autocisterna, sulle strade del Nuorese, che stava trasportando un carico di latte al caseificio Pinna di Thiesi (Sassari), una delle principali aziende del settore in Sardegna, che esporta pecorino in tutto il mondo. Due individui, armati di fucile, hanno costretto l'autista a fermarsi, scendere e gettare sull'asfalto tutto il latte. Alcuni pastori, invece, hanno preferito non andare a votare, restituendo la scheda elettorale come gesto di protesta. La questione del prezzo del latte, piombata improvvisamente sulla campagna elettorale, non è ancora risolta. Per martedì il prefetto di Sassari e Nuoro, Giuseppe Marani, che è anche Commissario della filiera, ha convocato la prima riunione del tavolo tecnico per "la definizione di una metodologia relativa ai prezzi finali dei prodotti correlando il prezzo del latte alle dinamiche del mercato del formaggio (Dop sarde)", mentre dalla Procura arrivano i primi avvisi di garanzia per i manifestanti coinvolti in blocchi stradali o azioni di violenza.