La protesta del latte in Sicilia, Gelarda della Lega: "Salvini li ascolterà"
L'ala dura dei pastori siciliani non si ferma e domani e' prevista una nuova manifestazione, questa volta a Vittoria, in provincia di Ragusa. "Salvini ascoltera' anche i pastori siciliani, come sta gia' facendo in Sardegna, perche' la protesta degli allevatori in Sicilia e' anche la lotta della Lega", assicura Igor Gelarda, responsabile regionale enti locali del partito guidato dal ministro dell'Interno, alla vigilia della manifestazione, terza tappa della mobilitazione dopo Poggioreale (Trapani) ed Enna nella scorsa settimana. "Il governo nazionale sara' a fianco dei nostri pastori. Li incontrero' con l'impegno di essere garante delle loro richieste", prosegue. I pastori siciliani, come i colleghi sardi, chiedono che sia rivisto il prezzo del latte. In Sardegna, le trattative istituzionali sono state gia' avviate - con gli allevatori in assemblea che hanno approvato una bozza di accordo da portare al tavolo del premier Giuseppe Conte domani con latte subito a 80 centesimi al litro, poi a un euro - mentre in Sicilia il dialogo istituzionale e' ancora molto indietro.
Ieri, il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha incontrato a Palazzo d'Orleans le associazioni di categoria per avviare tavolo di confronto, ma i pastori piu' 'irriducibili', quelli che hanno sversato migliaia di litri di latte, hanno preso le distanze dall'iniziativa, dicendo a chiare lettere di non sentirsi rappresentati dalle sigle di settore.
Il malessere cova di ora in ora e non risparmia nessuna provincia. "Bisogna riconoscere il giusto prezzo alle produzioni frutto del lavoro di chi si spacca la schiena dalla mattina alla sera negli allevamenti - dice Gelarda - ma anche di chi fatica nei campi per coltivare il grano siciliano e tutti gli altri frutti della nostra splendida terra. E' necessario bloccare l'ingresso selvaggio di produzioni alimentari straniere che fanno concorrenza sleale alle aziende italiane, senza contare i rischi per la salute dei consumatori causati da prodotti di dubbia qualita' e provenienza. L'Unione europea deve cambiare registro nei confronti dei nostri territori".