Agente aggredito nel carcere di Pagliarelli a Palermo
“Purtroppo rispetto all’aggressione subita nel carcere di Pagliarelli da un agente penitenziario che ha rischiato di perdere un occhio non registriamo da parte dei media nazionali (ad eccezione di quelli siciliani) la stessa attenzione mostrata per i fatti di Trapani”. È il commento del segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo per il quale “l’attività del poliziotto che nello svolgere il proprio compito ha perquisito una cella dove sono stati trovati oggetti non consenti diventa una sorta di normale rischio di lavoro. A differenza di quanto accade, giustamente, per la sicurezza sui posti di lavoro, nel carcere invece l’aggressione, come le continue malattie professionali derivanti dalle condizioni stressanti di lavoro, sono considerate “ordinaria amministrazione”. Almeno noi non vogliamo aspettare la vittima sul lavoro anche in carcere come purtroppo accade nel Paese in tanti posti di lavoro. È da troppo tempo che chiediamo all’Amministrazione Penitenziaria, al Ministero, al Parlamento di intervenire ed invece – aggiunge – l’unica risposta che registriamo è fatta di comunicati formali, senza darci ascolto. Pertanto – continua Di Giacomo – siamo decisi ad alzare il tono della mobilitazione con il nostro tour nella prossima settimana nelle carceri della Sicilia per accendere i riflettori sulle condizioni di lavoro degli agenti penitenziari. Noi non ci stiamo ad accettare “l’ordinarietà” per quanto accade e riteniamo che lo Stato come ha la responsabilità delle persone che ha in custodia ha anche la responsabilità di garantire condizioni di lavoro normali per i suoi servitori”.