Sud chiama Nord, a Modica 10 anni di mala gestione della finanza pubblica
Il coordinamento cittadino di Sud chiana Nord, nella persona di Giovanni Cavallo mette in risalto la disastrosa situazione economica del Comune di Modica. Più che altro focalizza le deduzioni della Corte dei Conti di Palermo sul piano di riequilibrio. Il peggioramento della situazione finanziaria del Comune di Modica è oramai un dato incontrovertibile. Ce lo dice la Corte dei Coni Sezione di Palermo con le relazioni a seguito della verifica sull’esecuzione del piano di riequilibrio afferente i due semestri del 2023. Parimenti si può definire incontrovertibile la cattiva gestone della finanza pubblica, frutto di scelte politiche delle amministrazioni che hanno governato negli ultimi dieci anni, operate nella piena consapevolezza, non potrebbe essere diversamente, di ciò che si stava compiendo. Un esempio per tutte: Fare pagare il servizio di trasporto scolastico sotto la soglia prevista per gli Enti deficitari ed in regime di piano di riequilibrio. È evidente che si era consapevoli che bisognava trovare la copertura altrove. Ma queste sono scelte politiche con evidenti riflessi negativi sul bilancio ma rimangono confinate nella sfera politica. Ma ci sono altre responsabilità in tutto quello che sta accadendo? Per essere più chiari, la responsabilità è solo della politica o dell’Amministrazione nel suo complesso, ossia sfera politica e sfera dirigenziale? La domanda viene sollecitata dalla lettura in alcuni passaggi della relazione di termini quali “PROCEDURE IN CONTRASTO CON L’ORDINAMENTO FINANZIARIO”; “ARBITRARIA APPOSTAZIONE”; oppure “MAGGIOR DISAVANZO RIPARTITO IRREGOLARMENTE IN DIECI ANNI”; o ancora in merito ad un contributo di circa 11 milioni afferente al Fondo di Anticipazione Liquidità “BENEFICIARE DI UNA ILLECITA DILAZIONE DECENNALE”. Queste solo le testuali parole del magistrato contabile che pesano come un macigno. Davvero imbarazzante. Nel mese di gennaio del 2024, la maggioranza consiliare che sostiene l’amministrazione Monisteri, nonostante il parere contrario dei revisori dei Conti, ha approvato il rendiconto del 2021, anno che rappresenta, sulla carta, lo snodo tra il castello incantato e la realtà del disastro. Nel 2020, infatti, la Corte del Conti ha approvato il piano di riequilibrio rideterminando, contestualmente, il disavanzo al 31 dicembre dello stesso anno per un importo di 73 milioni e 641 mila euro più spiccioli, mentre la quota da ripianare nel 2021 era pari a euro 20.497.288,50. Bene, brava l’Amministrazione Abbate che è riuscita a convincere la Corte dei Coni della bontà del piano di riequilibrio, della buona volontà nel volere portare avanti gli impegni assunti. Peccato che da quel momento in poi l’allora Sindaco Abbate si è concentrato esclusivamente sulla campagna elettorale per il rinnovo del parlamento regionale disinteressandosi degli impegni assunti. Infatti, da quanto si legge nella relazione, che l’importo ripianato nel 2021 dall’amministrazione guidata dall’On. Abbate risulta pari a zero. Anzi, sempre a dire del Magistrato contabile, al 31 dicembre 2021 il disavanzo è cresciuto fino a euro 81.171.431,70, facendo lievitare la somma da ripianare entro il 2022 a 32.087.670,46. Anche per il 2022 stesso copione, neanche un euro per ripianare il disavanzo di competenza e lo squilibrio negativo al 31 dicembre 2022 ha raggiunto la cifra di 117.621.832,62. Le responsabilità della Giunta Abbate, di cui faceva parte il Sindaco in carica Maria Monisteri nel ruolo di Assessore, sono evidenti ed incontrovertibili. Giusto per ricordare quanto asseriva il Sindaco uscente On. Abbate durante la campagna elettorale, il suo successore avrebbe amministrato in scioltezza con “le passività da ripianare tempestvamente non ulteriormente dilazionabili pari ad euro 96.053.631,63, di cui euro 76.672.347,21 per il recupero del disavanzo accertato, euro 15.781.284,42 da sottostima del FCDE al 31.12.2022 ed euro 3.600.000 da debito fuori bilancio non accantonato. Attendiamo le controdeduzioni dell’Amministrazione Comunale, ma appare evidente che non ci si può più nascondere dietro il dito e i margini di manovra sono veramente esigui.