Sindacati infermieri: a Catania e Palermo il Dl di legge non ferma le aggressioni
Il Dl anti-violenze recentemente approvato "che propone l'arresto in flagranza di reato, con tanto di inasprimento delle pene fino a 5 anni e di possibilità di arresto a 48 ore dall'aggressione, con il supporto della video sorveglianza, almeno per ora non ha sortito gli effetti sperati". Ne è convinto Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up, sindacato nazionale infermieri, per il quale "la scia di aggressioni, nonostante il provvedimento, non si arresta". "Con cittadini insofferenti, esasperati, disaffezionati verso il Ssn e i suoi professionisti, lavoriamo in un clima avvelenato - denuncia De Palma - Poche ore fa padre e figlio hanno riempito di botte gli infermieri del Pronto soccorso del San Marco di Catania, come spesso accade, per futili motivi. Nelle stesse ore una nuova aggressione ai danni dei professionisti sanitari è avvenuta all'Ospedale Civico di Palermo. Sul posto, in entrambi i casi, nessun agente. Gli uomini della squadra volanti della questura di Catania sono arrivati 'a fatti tristemente consumati'. Stesso copione a Palermo, con l'arrivo delle forze dell'ordine e l'arresto dell'aggressore solo quando, ormai, lividi e contusioni erano una drammatica realtà". "Sarà anche vero, come ha affermato la comunità scientifica, che è poco edificante 'militarizzare' gli ospedali - rimarca De Palma - ma al punto di gravità in cui siamo arrivati, è in gioco più che mai la sicurezza quotidiana dei professionisti sanitari, infermieri su tutti. Diventa allora indispensabile, per noi del Nursing Up, prevedere un nuovo piano sicurezza, da parte del Viminale, con la presenza di un agente h24 almeno in tutte le strutture sanitarie che ospitano servizi di pronto soccorso ed emergenza, diventati un vero inferno". Un poliziotto "notte e giorno sul posto, che certo non resta chiuso nel suo ufficio, ma gira con le opportune cautele nel Pronto soccorso, può fare da reale deterrente, e addirittura anche 'agire sul posto', ai primi segnali di rabbia o di parole fuori posto che precedono atti di violenza fisica. Non avremmo mai voluto arrivare al punto di chiedere tutto questo, ma chi ha reso cronici i disservizi dei nostri ospedali e ha permesso che la sfiducia dei cittadini crescesse giorno dopo giorno, diventando esasperazione allo stato puro, faccia un doveroso esame di coscienza", conclude.