Il vescovo Rumeo: "Progetti e poteri forti hanno trasformato Noto in terra di conquista"
Le parole chiare e forti usate dal vescovo di Noto Salvatore Rumeo, in occasione della Solennità del Patrono san Corrado Confalonieri, inducono a importanti riflessioni, dichiarano il presidente dell’Osservatorio Civico Salvo Sorbello e i due vice Donatella Lo Giudice e Alberto Leone.
“Il tempo presente racconta di sofferenze e inadempienze, di rallentamenti e gravi omissioni, di logiche, progetti e poteri forti che hanno trasformato Noto e dintorni in terra di conquista - ha detto mons. Rumeo nella sua omelia - Noto non ha più voce, la fama per la sua manifesta bellezza si va sostituendo con il progetto di una città dove tutto è possibile, dove le politiche agrarie sono in libera caduta e i casolari e le masserie della nostra fertile e invidiata campagna diventano location per il turismo di nicchia e, purtroppo, non solo”.
Non possono rimanere inascoltate - proseguono i dirigenti dell’Osservatorio Civico - le coraggiose parole di mons. Rumeo per quanto riguarda la sanità: “A Noto non conviene ammalarsi perché le politiche sanitarie regionali stanno trasformando il nostro ospedale nell’ennesimo gigante addormentato da svendere, per l’occasione, al milionario di turno. E noi, non possiamo rimanere inermi, con le mani in mano!”
“A Noto non esistono regole e la cultura, quella vera, stenta a decollare viaggiando su binari morti - ha proseguito il vescovo di Noto - Ciò che fu culturalmente costruito dalla genialità e operosità di molti oggi perde la sua forza originaria! Chi vuole creare laboratori, contenitori di speranza e spazi di riflessione per la crescita culturale stenta a trovare nei singoli o nelle associazioni, validi alleati con cui intraprendere percorsi di maturazione intellettuale. La coscienza critica viene messa a tacere dalla mediocrità imperante e il progetto dei mecenati del profitto sta trasformando la città in una sorta di slot machine dove la morale dice che, anche con la complicità del dio denaro e di qualche affarista di turno, tutto è lecito e possibile: ma non è così perché, come affermava Martin Luther King «la libertà propria finisce dove inizia quella degli altri».
Ricordiamo - concludono Sorbello, Leone e Lo Giudice - le parole con cui anche l’arcivescovo di Siracusa, che avevamo incontrato, nel suo discorso dal balcone in occasione di Santa Lucia di Maggio, aveva voluto sottolineare la necessità “di una sanità che ponga al centro la dignità della persona umana e garantisca il diritto alla salute uguale per tutti con strutture idonee come l’auspicata costruzione del nuovo ospedale civico di Siracusa. E’ urgente pensare insieme, progettare insieme, operare per il bene di tutti.”