Acate, è sempre più emergenza idrica e il sindaco punta il dito contro Iblea Acque
Un’isola felice per l’approvvigionamento idrico? Per niente. Anche Acate sta facendo i conti con la dura realtà dell’eccezionale siccità e nel centro abitato, per i cittadini che non si sono trasferiti al mare, è un
continuo peregrinare alla ricerca delle poche fontanine che continuano ad erogare il prezioso liquido. Se a Marina di Acate, nonostante le seconde case sono già abitate non si lamentano particolari problemi
(grazie ai lavori effettuati nei mesi scorsi), in paese la situazione sta collassando, specialmente per la penuria di acqua potabile: quella proveniente dalla sorgente Muti, sita nel territorio di Chiaramonte Gulfi.
Per i consumi civili, storicamente, il comune attinge a pozzi privati, ma la presenza di calcare (provocato dall’enorme quantità di sabbia che entra nella rete) costringe gli operai a frequenti interventi di
disotturazione della condotta. E’ giocoforza, allora, richiedere l’intervento dell’autobotte e la lista dei richiedenti è sempre piena. Il sindaco Gianfranco Fidone, che nelle scorse settimane aveva invitato gli utenti a limitare il consumo, ora non nasconde la gravità della situazione: “Da giorni siamo al lavoro con gli uffici competenti, con l'Assessore Daniele Gallo e con il prezioso Pippo Raffo (l’addetto di Iblea Acque che corre da una zona all’altra, da dove arrivano le segnalazioni delle anomalie) per affrontare la grave emergenza idrica che Acate sta vivendo e che mi preoccupa enormemente. Nonostante tanti interventi eseguiti, la crisi idrica non si è alleviata ma si è aggravata e chi ne ha la responsabilità esclusiva, cioè Iblea Acque, ha il dovere di intervenire con ogni mezzo e risolvere i problemi”. Fidone si lascia andare anche a qualche amara considerazione: “Ho sempre nutrito enormi dubbi sulla capacità di una società, senza un know how consolidato e senza risorse sufficienti, di gestire un servizio così complesso e la situazione drammatica che sta vivendo la gran parte del territorio ibleo. Gli aspetti gestionali che ho formalmente rilevato nelle sedi opportune lo confermano. Ma spero che Iblea Acque sappia smentire tutte le mie perplessità...Acate è stanca!”. L’acqua della Diga di Ragoleto o quella della sorgente di Lenzacane avrebbero dovuto risolvere definitivamente l’atavico problema degli acatesi, ora sempre più convinti che erano solo delle
“chimere”. Elettorali.
(Nella foto il sindaco presiede una riunione operativa nel suo ufficio)