Stop ai veicoli per raggiungere Pantalica da Ferla: si pagherà un ticket di 2 euro
Chi vuole raggiungere Pantalica da Ferla (notoriamente denominata “Porta di Pantalica”) deve lasciare il proprio mezzo 1,5 km prima della necropoli di Filiporto, in contrada Cugnarelli, e usufruire di un servizio navetta qualora non voglia proseguire a piedi. Per ogni corsa la navetta compie tre fermate: Filiporto, Anaktoron, Calcinara. I lavori preliminari di recinzione e costruzione del nuovo cancello erano cominciati un anno fa. Il provvedimento è stato necessario per evitare una strana consuetudine che andava avanti da sempre, cioè l’accesso di mezzi, anche pesanti (pullman a due piani), in zona A della riserva naturale, quella di riserva integrale, ove ovviamente è vietato. Per le guide naturalistiche e i tour operators non cambierà nulla. Nessun impedimento alla professione. Ciascuno potrà continuare a organizzare e gestire i propri gruppi con estrema semplicità. Per i gruppi numerosi, qualora fosse utile farli accedere con il loro pullman, sarà possibile inviare richiesta all’ente gestore, l’ufficio provinciale del Dipartimento dello Sviluppo rurale e territoriale, peraltro lo stesso al quale si inviano le richieste di accesso in bicicletta. Prossimamente (speriamo presto!) le navette a disposizione diventeranno due, ciascuna per otto passeggeri. Il pagamento del ticket di ingresso è imminente. Il Dipartimento ha già annunciato le tariffe: 2 € intero, 1 € ridotto (forze dell’ordine, associazioni ambientaliste, studenti, scout), 4 € biglietto famiglia. Per il futuro ci sentiamo di suggerire all’ente gestore, in un clima di sano confronto e collaborazione, di organizzare, per situazioni simili e in via preliminare, un incontro con le guide naturalistiche e i tour operators, allo scopo di informarli delle novità ed evitare inutili allarmismi. In conclusione, tale provvedimento non impedirà l’accesso da Ferla ai gruppi organizzati, e apporterà numerosi vantaggi alla riserva naturale, a cominciare dal minor abbandono di rifiuti, meno atti vandalici, meno “santoni” e incivili che campeggiano abusivamente al fiume, più conservazione delle biocenosi.