Acate, gli artigiani che fecero di Corso Indipendenza la via dei negozi e dello shopping
Via Gracchi-Quattro Canti. In quel tratto di corso Indipendenza, ad Acate, dagli anni Sessanta fino agli anni Ottanta, artigiani e commercianti animarono la tranquilla esistenza degli acatesi del boom economico. Figure ormai tutte scomparse, qualcuna da poco tempo, che segnarono un'epoca, da ricordare a chi non le conobbe.
Ognuna con un tratto caratteristico e una forte inclinazione al lavoro, all'impegno, non disgiunti dalla passione, talvolta genio sorprendente.
Percorrendo il lato sinistro della strada, in direzione del centro, un negozietto di merceria e abbigliamento, ben fornito (Bertone), la prima sala da barba di quel lato della strada (di Paolo Tidona, che al cessare dell'attività aprì una gioielleria), la rivendita di tessuti e corredi di Salvatore Buscema (deceduto lo scorso mese), la prima lavasecco del paese (Carmelo Vitaliti), il piccolo laboratorio di orologeria di Salvatore Battaglia, il salone di Biagio Gugliotta con accanto la sartoria del fratello Francesco. Proseguendo, la bottega di generi alimentari gestita dai coniugi Morando e infine un altro barbiere: Giuseppe Scalogna.
Sul lato destro del corso la prima abitazione ospitava lo studio dell'ingegnere Vincenzo Ottaviano. A seguire, in tempi più recenti un negozio di calzature (quello che da tempo manca ad Acate), la rivendita di pollame di Salvatore Sacco, fornita di un macchinario, preda della curiosità dei bambini, il salone di Giovanni Carrubba (nella foto), che conoscevo come le mie tasche, e la selleria dove lavoravano il già citato Salvatore Battaglia e il suo aiutante Ignazio Gallo.
Quasi ai Quattro Canti, infine, la rivendita di generi alimentari della signora Clara e il “Caffè de' figghi di don Lici”. Alcuni di questi luoghi sono desolatamente chiusi da anni, ma per chi li frequentò, sono icone nostalgiche di un passato sereno e indimenticabile.