Genova, trovano 158 milioni di lire nascosti nella cantina del nonno, ma non possono più spenderli
Alzi la mano chi non ha mai sognato di ricevere una eredità inaspettata. Un sogno per tutti, tra chi vorrebbe mollare tutto e partire per mete lontane e chi, invece, semplicemente vorrebbe poter migliorare la propria vita, magari in un momento particolarmente difficile. Ebbene, due sorelle di Genova si sono ritrovate catapultate in una vicenda che potrebbe sembrare un film, ma con un finale che rischia di essere un incubo. Il 6 dicembre 2011 il legislatore ha anticipato la prescrizione delle lire dal 28 febbraio 2012 al 6 dicembre 2011, con decorrenza immediata (Dl 201/2011) e il 7 ottobre 2015 la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della norma. Il 21 gennaio 2016, il Mef, nel dare esecuzione alla sentenza della Corte Costituzionale e al fine di garantire certezza e trasparenza alle operazioni di conversione, ha previsto l'onere, a carico del soggetto che richiede la conversione, di dimostrare di aver presentato la richiesta di cambio delle lire tra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012, specificandone l'importo. Il 22 gennaio 2016 le filiali della Banca d'Italia aperte al pubblico hanno iniziato a effettuare le operazioni di cambio delle lire nel rispetto delle istruzioni impartite dal Mef. Le operazioni di cambio eseguite nel periodo 22 gennaio 2016 - 31 maggio 2021 sono state 263, per un importo complessivo di 2.661.596,96 euro.
"A tutto questo -prosegue Giustitalia- va aggiunta la corrispondenza tra il Governatore della Banca d’ Italia Ignazio Visco e l’allora ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, in cui si ipotizza una riapertura dei termini. Ora, anche se attualmente in Italia esiste una prescrizione ordinaria decennale per l'esercizio dei diritti di credito, come sostiene Bankitalia, prescrizione che peraltro non esiste in tutti gli altri Paesi della Comunità europea dove è ancora possibile 'cambiare' in euro l'ex moneta nazionale, è altrettanto vero che il termine iniziale dei dieci anni decorre da quando il soggetto può far valere il proprio diritto (art. 2935 c.c.)". Quindi, "nel caso di specie, dalla data di ritrovamento delle banconote, che risale a poco tempo fa. Tra l'altro -fa notare ancora l'associazione- il legittimo titolare della somma è deceduto nel 2000, quindi prima che intervenisse la moneta unica europea e con il decesso del titolare del diritto si interrompe la prescrizione".
Per le due sorelle è un incubo: "Abbiamo parlato della nostra vicenda a dei nostri parenti che vivono in Svizzera - spiega ancora una delle due - e loro ci hanno detto che lì è ancora possibile cambiare le vecchie valute; mi domando per quale motivo in Italia le cose debbano andare così". Del resto si tratta di una cifra davvero importante. E come loro due, chissà a quanti altri è successa la stessa cosa. "Quei soldi - dice amareggiata - risolverebbero la vita di mia sorella, non posso pensare che non ci sia più nulla da fare".
Le due sorelle stanno pensando anche di scrivere al presidente Mattarella e al governatore di Bankitalia, Panetta: "Vorrei chiedere a loro e a chiunque possa avere la possibilità di fare qualcosa, di mettersi una mano sulla coscienza, perché le altre nazioni europee continuano a cambiare i soldi del vecchio conio che magari vengono ritrovati casualmente, come nel nostro caso. Come noi ci sono tante altre famiglie e per molti significherebbe poter risolvere tanti problemi. Molti nonni e molti genitori hanno risparmiato per una vita e così si vanificano anche i loro sacrifici. Io davvero mi auguro che si riesca a fare qualcosa".