Passa al Senato il ddl sul premierato: ora va alla Camera
Forte del risultato elettorale, la maggioranza approva al Senato , in prima lettura,il ddl sul premierato e accelera alla Camera sull'Autonomia: rispettando così quello che il capogruppo della Lega a Palazzo Madama, Massimiliano Romeo, torna a definire "un accordo politico" tra partiti della stessa coalizione di governo e non "uno scambio elettorale", come invece ribadisce l'opposizione che scende in piazza per protestare contro le due riforme.
Dopo i disordini dei giorni scorsi, il ddl costituzionale che punta all'elezione diretta del presidente del Consiglio passa al Senato con 109 sì, 77 no e un solo astenuto (il senatore di SvP Meinhard Durnwalder).
Ma senza che si registri particolare caos.
Anche perché, come osserva in apertura dei lavori il presidente di Palazzo Madama, Ignazio La Russa, la seduta è trasmessa in diretta Tv e dunque lui "non si aspetta azioni di disturbo". L'unica nota di 'colore' è quella dei parlamentari del centrosinistra che, subito dopo il voto, agitano in aria i volumi della Costituzione.
Prontamente imitati da quelli del centrodestra che, oltre ai libri, sventolano anche delle piccole bandiere tricolori. Poi, dopo l'approvazione del testo, salutata con un lungo applauso e definita dalla premier Giorgia Meloni un "primo passo avanti che rafforza la democrazia", tutti i senatori scendono in piazza. Quelli dell'opposizione a Santi Apostoli, per arringare le folle in vista del referendum; quelli di Fratelli d'Italia a San Luigi dei Francesi per dar vita a quello che loro chiamano un flashmob, con tanto di striscione con la scritta: "Fine dei giochi di Palazzo-Con questa riforma decideranno gli italiani" e con l'inno nazionale cantato a squarciagola davanti a fotografi e telecamere.